Politica

Nuove sanzioni Ue contro Bielorussia. Polonia alzerà muro lungo confine

La Polonia inizierà a dicembre la costruzione di un muro lungo il confine con la Bielorussia, dove attualmente sono ammassati molti migranti, e lo terminerà nella prima metà del 2022. L’annuncio arriva direttamente dal ministro dell’Interno polacco: “L’attività che dobbiamo svolgere è un investimento assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini”, ha affermato Mariusz Kaminski. Intanto, l’Unione europea ha modificato il proprio regime di sanzioni in considerazione della situazione alla frontiera con la Bielorussia, “in modo da poter rispondere alla strumentalizzazione degli esseri umani operata dal regime bielorusso a fini politici”, fanno sapere da Bruxelles dove si sono riuniti i ministri degli Esteri Ue.

Concretamente, vengono ampliati i criteri di iscrizione su cui basare le designazioni specifiche per misure sanzionatorie, che ora potranno prendere di mira individui ed entità che organizzano o contribuiscono ad attività del regime di Lukashenko che facilitano l’attraversamento illegale delle frontiere esterne dell’UE. “La decisione odierna riflette la determinazione dell’Unione europea a contrastare la strumentalizzazione dei migranti a fini politici. Stiamo respingendo questa pratica disumana e illegale. Allo stesso tempo, continuiamo a sottolineare l’inaccettabile repressione in corso da parte del regime contro la sua stessa popolazione in patria e risponderemo di conseguenza”, ha commentato Josep Borrell, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Allo stesso tempo, cominciano ad avere i primi risultati le pressioni per far arrivare gli aiuti umanitari e per rimpatriare le persone bloccate davanti ai fili spinati del confine polacco. Ne hanno parlato i ministri dei Ventisette al Consiglio Affari esteri dell’Ue, e di cui ha riferito poi in conferenza stampa Borrell.

“Abbiamo iniziato – ha detto Borrell – con una questione che è nella mente di tutti, la Bielorussia. In Bielorussia continuiamo ad affrontare una aggressione ibrida contro le frontiere dell’Unione europea. Studiamo tutte le opzioni possibili per dissuadere il regime di Lukashenko dall’attaccarci e dall’attaccare la sua propria popolazione”. “Abbiamo deciso – ha continuato l’Alto Rappresentante – di ampliare la portata del nostro regime sanzionatorio contro la Bielorussia. Da oggi saremo in grado di sanzionare più persone sulla base della loro attività per l’organizzazione di questi voli da diversi paesi verso la Bielorussia, e di là verso le frontiere dell’Ue”. “Allo stesso tempo – ha aggiunto -, abbiamo concordato di adottare un nuovo pacchetto di sanzioni, il quinto, che verrà poi finalizzato nel corso dei prossimi giorni. Riguarderà un numero importante, non ancora precisato, di persone ed entità. Comunque politicamente la decisione è stata adottata. Ampliando le sanzioni potremo colpire coloro che sono responsabili dello sfruttamento di migranti vulnerabili e di favorire l’attraversamento illegale verso l’Ue”.

“La strada per l’Unione europea – ha continuato Borrell – non passa per la Bielorussia; e le nostre delegazioni nel mondo, soprattutto quelle nei paesi più interessati, stanno fornendo informazioni per evitare che la gente sia strumentalizzata, le persone trattate come armi, ingannate e trasformate in strumenti con obiettivi politici. Questo è illegale e inumano. E alla gente che è stata intrappolata in questo deplorevole sistema deve essere fornita la necessaria assistenza. Questa è una delle ragioni del mio colloquio con Makei e anche con il segretario generale dell’Onu”. “La responsabilità di ciò che sta accadendo – ha indicato ancora l’Alto Rappresentante – è della Bielorussia, al 100%. Possiamo cominciare a risolvere questo problema fermando il flusso di persone; e a quelli che stanno già in Bielorussia deve essere fornita assistenza umanitaria. E – ha puntualizzato – coloro che non possono ottenere lo status di rifugiati devono tornare nei loro paesi di origine. Abbiamo visto che le autorità irachene stanno organizzando voli di rimpatrio d’emergenza per chi vuole tornare, e noi salutiamo questa decisione”. “Questa – ha rilevato Borrell – è una crisi che è stata artificialmente creata, e non dovrebbe distrarre dalla situazione interna della Bielorussia, con la continua violazione su larga scala dei diritti umani”. Con Minsk “il dialogo sarà ripristinato non importando le persone alle nostre frontiere, ma quando il regime cesserà le violenze e comincerà a rispettare i diritti umani della propria popolazione e delle altre persone all’estero”.

“Io non sono al corrente – ha detto poi rispondendo alla domanda un giornalista – delle discussioni segrete fra il presidente russo Vladimir Putin e Lukashenko, ma è chiaro che Lukashenko sta facendo quello che sta facendo perché ha il sostegno della Russia, anche se Mosca dice non c’entra niente. E’ chiaro quando il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov parla degli eventi in Bielorussia, e se la prende con me e con gli europei per ciò che sta succedendo. Francamente non credo proprio che Lukashenko possa fare quel che sta facendo senza un forte sostegno della Russia”, ha ripetuto. “Se poi ci sia o no – ha aggiunto – un nesso con i movimenti di truppe russe lungo i confini con l’Ucraina onestamente non posso saperlo, e non voglio dare un giudizio o fare un processo alle intenzioni. Vero è che il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, è stato a Kiev e ha lanciato un forte avvertimento. Se dice quello che dice avrà i suoi motivi per farlo”. Infine, Borrell ha riferito che la Bielorussa potrebbe ora consentire l’accesso delle organizzazioni Onu e di quelle umanitarie ai migranti in difficoltà al confine polacco.

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