Cronaca

Di Maio: un miliardo per dissesto idrogeologico. Salvini: 7 miliardi per messa in sicurezza scuole

Stop ai mutui, pieni poteri ai sindaci e misure urgenti per una ricostruzione immediata. Questi in sintesi i punti principali affrontati e garantiti dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro degli Interni Matteo Salvini che, in prefettura a Catania in una conferenza congiunta, hanno fatto il punto sull’emergenza terremoto nel Catanese dopo la scossa avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì 25/26 dicembre.

Di Maio ha evidenziato che “nella manovra c’è circa un miliardo come primo intervento di questo governo per il dissesto idrogeologico. Il fondo generale è stato ripartito già con le voci di spesa e c’è quella sul dissesto idrogeologico, ci sono altrettanti fondi per l’adeguamento antisismico degli edifici pubblici”.

Sul tema della messa in sicurezza degli edifici scolastici, invece, Salvini ha aggiunto che il ministro Bussetti “ha reperito in questi mesi di attività di governo 7 miliardi di euro non utilizzati per la messa in sicurezza e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole: la metà è già stata sbloccata ed è spendibile, sono 3,5 mld di euro. Avendo inserito in manovra l’innalzamento della soglia da 40 a 200mila euro per poter fare in affidamento diretto tante gare d’appalto, per tanti sindaci e amministratori locali significa meno burocrazia e tempo da perdere. Conto che questi 7 miliardi per rimettere in sesto le scuole possano essere spesi nel più breve tempo possibile, la metà è già disponibile”

Intanto, la terra nella notte ha continuato a tremare nel catanese e tra gli abitanti della zona la paura è tanta. Sono 28 i feriti e oltre 370 gli sfollati dopo il terremoto di magnitudo 4.8 che ha colpito il 26 dicembre la zona di Acireale. Lo ha detto il capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. “Abbiamo registrato 10 feriti che sono stati assistiti dal servizio di pronto soccorso e altre 18 persone che si sono recate spontaneamente all’ospedale di Acireale per medicazioni varie, ma non ci sono feriti gravi”, ha detto Borrelli. “Sotto il profilo dei danni abbiamo avuto 1.600 richieste di sopralluoghi da parte della popolazione che risiede in questi territori. Molte case hanno supito danni importanti e sono in corso le verifiche di stabilità da parte dei Vigili del Fuoco”. Le persone che hanno dovuto o voluto lasciare le proprie case sono state ospitate negli alberghi e in altre strutture della zona. Alle pendici dell’Etna la popolazione è abituata a convivere con il vulcano, anche se prima l’eruzione e la pioggia di cenere vulcanica, e poi la forte scossa terremoto seguita dallo sciame sismico ha messo a dura prova la gente della provincia di Catania.

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redazione