Non è ancora rientrato l’effetto Brexit sui mercati azionari. Le Borse mondiali presentano un saldo negativo di 850 miliardi di dollari di capitalizzazione andata in fumo dal 23 giugno ad oggi, sulla base dell’indice S&P Global BMI. Il tracollo dei listini provocato dal referendum britannico è stato peggiore anche al fallimento di Lehman Brother. L’8 ottobre di otto anni fa la bancarotta della quarta banca d’investimento americana provocò un sell-off sui mercati globali con una perdita di 1.900 miliardi di dollari. Il 24 giugno scorso il bilancio negativo ha toccato i 2.100 miliardi, saliti a 3mila miliardi il 28 giugno. Neanche il crac della finanza globale del 2008 e l’attentato alle Torri gemelle hanno provocato un tale livello di perdite. Da allora gli indici di borsa hanno iniziato a recuperare il terreno perduto ma gli andamenti sono piuttosto divergenti.
I mercati più penalizzati sono quelli del Vecchio continente con l’eccezione, sembra un paradosso, di Londra, e l’azionario di Tokyo. Con la seduta di venerdì New York ha riassorbito l’effetto Brexit. Il Dow Jones mostra un progresso dello 0,75% rispetto alla chiusura del 23 dicembre. La borsa cinese è stata quasi immune alla Brexit. L’indice principale del mercato di Shanghai dal 23 giugno all’8 luglio ha registrato un rialzo del 3,35% con l’indice tornato in area 3mila punti (ma nell’ultimo anno mostra una delle peggiori performance a livello globale con un crollo del 38%, solo Atene ha fatto peggio con un -47%). E’ in Europa che i mercati azionari hanno maggiormente sofferto l’effetto Brexit. Dal 23 giugno il saldo negativo supera i 560 miliardi di euro. Maglia nera Atene con l’indice di Borsa in calo del 13%.
Male anche Milano che nonostante il forte rimbalzo di vgenerdì del 4,08% presenta ancora un ribasso del 10,50%, circa 60 miliardi persi. Stessa performance per l’azionario di Madrid, memtre il Dax di Francoforte deve recuperare l’8,20% e Parigi il 7,80%. In controtendenza il Ftse 100 della City che dal 23 giugno ad oggi mostra un progresso del 2%. Praticamente invariata la Borsa di Zurigo. Fuori dai confini europei la Brexit ha pesato sul mercato di Tokyo. Il Nikkei accusa ad oggi un calo del 6% e una perdita di capitalizzazione pari a 260 miliardi di dollari. Il referendum britannico è stato ignorato invece in Brasile con l’indice Bovespa che continua il recupero iniziato da fine maggio e dal 23 giugno mostra un rialzo del 3,20% e lieve progresso anche per il Bse sensex della Borsa indiana.