Dovremmo finirla con quest’idea che tutto sia semplice, che le cose sono bianche o nere, giuste o ingiuste. La stessa idea che ci fa ragionare per separazione, che ci fa identificare un noi e un loro. Invece dovremmo riscoprire la complessità, che poi non è altro che la forma sotto cui ci si presenta la realtà. Una forma in cui tutto s’intreccia e si mischia. Dovremmo apprezzare la complessità e sforzarci di comprenderla e, nel frattempo, sospendere il giudizio. Dovremmo parlare di meno e pensare di più. Anche se in quest’epoca, in cui “tutto si fa con un tasto” (come se fossimo dei telefonini pure noi), è un approccio decisamente fuori moda.