Brexit in salita per Johnson, economia e Westminster lo frenano. Spettro elezioni entro fine anno

Brexit in salita per Johnson, economia e Westminster lo frenano. Spettro elezioni entro fine anno
Boris Johnson
15 agosto 2019

In Gran Bretagna non e’ ancora recessione ma l’economia rallenta, per la prima volta dal 2012 i numeri della crescita sono in netta frenata. Dovrebbe riprendersi nel terzo trimestre dell’anno ma dipende tutto dalla difficile Brexit del neo premier, Boris Johnson, accusata di trascinare giu’ anche le economie di grandi potenze vicine, prime fra tutte quella tedesca. Intanto si inverte anche la curva dei rendimenti dei bond britannici a 2 e 10 anni. Il rendimento sui Gilt a 10 anni, secondo quanto riporta Reuters, e’ sceso al di sotto del tasso sui titoli biennali per la prima volta dal 2008, tradizionalmente un segno che alcuni investitori pensano che una recessione si stia avvicinando. Cio’ significa che le obbligazioni a breve termine pagano piu’ delle obbligazioni a lungo termine. L’incertezza economica e’ spinta soprattutto dal caos politico creato dall’uscita della Gran Bretagna dell’Ue.

L’ultima scadenza fissata e’ per il 31 ottobre e il premier Johnson ha piu’ volte minacciato che Londra divorziera’ da Bruxelles in quella data, con o senza accordo. Un monito che molti britannici hanno preso sul serio e che ora fanno scorte di alimenti e medicinali in vista dell’addio all’Unione europea. Tuttavia, dalla Camera dei Comuni – dove la maggioranza e’ contraria al no deal – arrivano nuovi paletti. Lo speaker John Bercow ha intenzione di bloccare ogni tentativo di Johnson di bypassare il Parlamento per attuare la Brexit. A quanto riferisce il Telegraph, Bercow ha parlato in questi termini durante un evento a margine del Festival di Edimburgo, spiegando che i deputati possono evitare un’uscita del Regno Unito dalla Ue, il 31 ottobre, senza accordo e che lui stesso si opporra’ “con tutte le forze” a ogni tentativo di sospendere o bypassare il Parlamento.

I deputati, da tempo, studiano le procedure parlamentari che possono essere usate per evitare un no-deal. C’e’ chi ipotizza per i primi di settembre un voto di fiducia sul premier. Ma dallo staff di Johnson – in primis il suo consigliere e architetto della Brexit, David Cummings – hanno avvertito che nel caso non conquistasse la fiducia ai Comuni, il premier puo’ restare in sella, convocando elezioni subito dopo il 31 ottobre e portando allo scioglimento del Parlamento. Un altro speaker, questa volta Nancy Pelosi della Camera degli Stati Uniti, placa il desiderio di Hard Brexit di Johnson: “Se l’uscita dall’Ue pregiudica l’accordo del Venerdi’ santo (per l’Irlanda del Nord, ndr), non ci sara’ alcuna intesa commerciale tra Gran Bretagna e Stati Uniti”, ha avvertito.

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