Brexit, si dimette ambasciatore britannico presso Ue. Rogers sbatte la porta alla May

Brexit, si dimette ambasciatore britannico presso Ue. Rogers sbatte la porta alla May
3 gennaio 2017

E’ sempre più in salita la strada di Theresa May per l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Infatti, un’altra tegola si abbatte sulla premier: Sir Ivan Rogers, ambasciatore britannico presso l’Unione europea, si è dimesso. Il Foreign Office non ha rilasciato commenti sulle motivazioni delle dimissioni. Rogers, in carica del 2013, avrebbe dovuto lasciare Bruxelles alla scadenza del suo mandato a novembre prossimo. Avrebbe dovuto giocare un ruolo di primo piano nel negoziati sulla Brexit, che la premier Theresa May ha promesso di avviare entro fine marzo. Il deputato laburista Hilary Benn, ha capo della commissione sulla Brexit, ha detto che le dimissioni di Sir Ivan arrivano in un momento “cruciale” e che il governo deve “sbrigarsi” per trovare un sostituto.

Le dimissioni di Sir Ivan Rogers sarebbero verosimilmente legate ad un deterioramento dei suoi rapporti con alcuni membri del governo in merito alla Brexit, soprattutto alla luce di quanto rivelato il mese scorso ancora dalla Bbc. In quell’occasione l’emittente riportò che l’ambasciatore ad ottobre aveva detto ai ministri britannici che le trattative per un accordo commerciale tra il Regno Unito e l’Unione europea sul dopo-Brexit, se mai raggiunto, potrebbero durare anche 10 anni. L’ambasciatore aveva aggiunto che era l’opinione dei 27 partner dell’Unione. Downing Street si era affrettata a smentire l’informazione ribadendo che il governo May riuscirà a chiudere entro due anni. “Non è l’opinione di Sir Ivan Rogers, non è l’opinione del governo”, aveva replicato il portavoce della premier Theresa May, “l’ambasciatore ha semplicemente riportato le opinioni di altri, esattamente il ruolo che compete ad un ambasciatore”. Sempre secondo quanto riportato a dicembre dalla Bbc, Rogers aveva anche detto a Theresa May che un eventuale accordo potrebbe persino essere respinto da alcuni parlamenti nazionali dei Paesi membri. Intanto, i ministri britannici incalzano la May affinché attui misure drastiche per evitare che i membri della Camera dei Lord possano ostacolare il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

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