[gallery ids="200053,200054,200055,200056,200057,200058,200059,200060,200061,200062,200063,200064,200065,200066,200067,200068,200069"] Brillano I Puritani belliniani al Massimo di Palermo. L’ultima opera del Cigno catanese trova nella bacchetta di Jader Bigemini e nelle voci di ben tre Elivire, il suo originale intenso spirito lirico ed eroico. Complici Orchestra e Coro del Massimo teatro palermitano in straordinaria e ispirata forma, e un cast che se ha visto la rinuncia all’ultimo minuto della nascente stella del belcanto internazionale Nadine Sierra ha sicuramente visto brillare la palermitana Laura Giordano, la spagnola Ruth Iniesta, e l’australiana Jessica Pratt che dal Met di New York, dove è stata impegnata nella Lucia di Lammermoor, è direttamente volata a Palermo per coprire le recite di ieri e di domani. Tre soprano, tre prime donne, tutte e tre magnifiche nel delineare una Elvira dalle diverse sfaccettature, vocali e interpretative. Ora l’Elvira fragile in preda alla follia, ora quella giocosa, ora l’amante appassionata che incalza colui che crede averla tradita. Gioia che diventa dramma, dramma che si trasforma in gioia.
L’opera di Bellini sembra dipanarsi in questo eterno contrasto di sentimenti che vede amore cedere al credo religioso e politico, per poi trionfare a dispetto dell’uno e dell’altro. Conoscenza profonda di Bigemini della partitura
Le spade incombenti come colonne, le marmoree corone d’alloro, il blu e grigio che predominano nelle scene e costumi della regia di Pierluigi Pier’Alli, ripresa da Alberto Cavallotti, il rigore della disposizione del coro, quasi in forma da concerto, l’essenzialità e la costrizione del gesto teatrale, rimandano all’austerità - che neanche i lazzi gioiosi di Elvira riescono a spezzare - dell’era cromwelliana. Un rigore spezzato dalla brillantezza della partitura, quasi Bellini volesse di contro spezzare l’oscurità che pervade l’epoca dell’ambientazione storica con una musica che costantemente esaltasse il lirismo, lo slancio gioioso, l’eroismo, tutti quei sentimenti che la fede puritana in un certo senso negava. Una tavolozza sonora che Jader Bignamini, ha saputo ben calibrare, curando ogni minima sfumatura, dando prova di una conoscenza profonda della partitura e delle dinamiche, come dello stesso testo, portando l’orchestra del Massimo e gli stessi interpreti a qualità di suono e interpretative di grande livello, restituendo a questa ultima opera del Cigno catanese, eseguita nella sua edizione originale - la stessa che autografa è stata esposta nel foyer del Teatro - quella modernità che la caratterizza.
Il cast maschile
Accanto alle tre prime donne, si sono alternati due cast maschili che vedevano Celso Albelo e Shalva Mukeira vestire gli abiti di Arturo Talbo, fido degli Stuart che abbandona Elvira sull’altare per salvare da morte certa l’ultima appartenente alla dinastia, interpretata da Anna Pennisi; Julian Kim e Giorgio Cadouro in quelli di Riccardo il giovane condottiero di Cromwell che si vede rifiutato da Elvira e che tenta distruttore l’allontanamento del rivale in suo favore ma la follia dell’amata lo porta alla fine a rinunciare per salvarla; i bassi Nicola Ulivieri e Ugo Guagliardo nel ruolo di Giorgio lo zio di Elvira, il fautore della sua felicità, il puritano illuminato che infonde nell’irato Riccardo quell’impeto eroico che lo porterà alla pugna ma anche quella tenerezza che lo porterà a restituire ad Elvira il suo Arturo. Completavano il cast maschile Roberto Lorenzi e Antonello Ceron, rispettivamente come Sir Walton, padre di Elvira e Bruno, attendente di Riccardo.
Rivelazione il baritono coreano Julian Kim
I Puritani sono costellati di arie e melodie liriche e trascinanti, dove l’enfasi amorosa -
A te, o cara…. oppure,
Ah per sempre io ti perdei del primo atto, o del duetto Arturo/Elvira del terzo atto
- si unisce all’enfasi eroica -
Suoni la Tromba, e intrepido del secondo
- per stemperarsi nel lirismo giocoso di
Son vergine vezzosa del primo atto, o in quello drammatico della scena della pazzia del secondo atto. Rivelazione del cast maschile il baritono coreano Julian Kim che nonostante la giovane età può vantare già una voce dal timbro pastoso e al tempo stesso svettante da elegante lirico, perfetto nel disegnare il ruolo di Riccardo, liberandolo dal ruolo di mero antagonista di Arturo e regalandogli quella nobiltà ed eroismo che lo consacrano nella positività del finale, dove magnanimamente si fa da parte per il bene della donna amata. Oggi e domani le ultime recite, alle 18.30 e streaming sul sito internet del Teatro Massimo per chi volesse ancora avere la possibilità di assistere ad uno spettacolo che segna sicuramente uno dei punti più alti della stagione palermitana.[irp]