Nel nuovo film di Fausto Brizzi, “Modalità aereo”, Paolo Ruffini interpreta un imprenditore di successo che lascia nel bagno di un aeroporto il telefonino che contiene tutta la sua vita e i suoi segreti. Lillo e Dino Abbrescia, addetti alle pulizie, lo trovano e per 24 ore fanno una vita da nababbi e diffondono falsi tweet dal suo account. L’imprenditore viene travolto da uno scandalo, potenziato dai media. Una vicenda che ricorda in qualche modo quella che ha travolto il regista, che, a pochi giorni dall’archiviazione delle accuse di violenza sessuale a suo carico, spiega: “Il soggetto è nato prima, precedente all’ultima annata, poi è chiaro che facendolo qualche eco è entrata di sguincio, in una storia che parla di tutt’altro, insomma. Alla fine i film finiscono sempre per riecheggiare qualcosa di sé. Mi è successo anche con Notte prima degli esami che riecheggiava proprio i miei esami di maturità. Alla fine è venuto fuori un film disneyano, comico, sull’amicizia, e quest’anno era importante per me fare un film sull’amicizia”.[irp]
In “Modalità aereo” l’amicizia, infatti, salverà il protagonista. Nel film prodotto da Luca Barbareschi, nei cinema dal 21 febbraio, Violante Placido interpreta una hostess e Caterina Guzzanti la moglie di Lillo. A proposito dei danni che possono causare telefonini e social network, regista e interpreti dicono: “In qualche modo il mio inconscio si salvaguarda e me lo fa perdere continuamente, quindi è un modo per restare un po’ libera e leggera e anche un po’ più in contatto con me”. “Lasciando un attimo il telefonino ci si può accorgere della vita, no? Che è fatta di dinamiche e di tecnologie pazzesche che nessun social può farti riscoprire, tra cui il sociale, il rapporto sociale e non social, con degli amici che trovi non mettendo un like ma che trovi nella vita vera”. “L’attività sui social è un’attività dove non sai come muoverti perché sei costretto ad autocensurarti continuamente, se pensi una cosa, casomai un po’ ironica, sarcastica, la scrivi e poi pensi: però non è chiaro, ci metto una faccina. Perché vuoi essere chiarissimo altrimenti ti uccidono. In qualche modo i social sembrano avere una loro verità, una loro vita, ma così non è. Io spero che questo film aiuti le persone a capire che spesso la vita va messa in modalità aereo”.