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Bruxelles avverte: “I dazi Usa sono un boomerang, colpiranno prima di tutto gli americani”

I numeri raccontano una storia a due facce. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno registrato un deficit commerciale di 156,3 miliardi di euro con l’Unione europea nel settore dei beni materiali, secondo i dati più recenti. Ma c’è un’altra verità, spesso trascurata: i servizi. Qui gli Usa dominano, con un surplus di 104 miliardi di euro verso l’Ue. Un equilibrio precario che rischia di saltare con l’annuncio dei dazi del 25% su acciaio e alluminio dell’era Trump, contro i quali Bruxelles alza la voce.

L’Europa avverte Trump: i dazi sono tasse sui vostri cittadini

“Non ci è stato notificato nulla di formale, ma se confermato, saremmo di fronte a misure ingiustificate”. Olof Gill, portavoce della Commissione UE, non usa giri di parole: i dazi Usa “tasserebbero i cittadini americani, aumentando costi per le imprese e inflazione”. Un monito chiaro: “Siamo pronti a reagire per proteggere i nostri interessi”. Intanto, Bruxelles ricorda che oltre il 70% delle importazioni UE entrano a dazio zero, simbolo di un’economia tra le più aperte al mondo.

Ue vs Usa: guerra dazi che minaccia l’Alleanza transatlantica

“Questo è il tempo per la collaborazione, non per gli scontri”. Il messaggio dell’Ue è un appello alla ragione: “Siamo alleati di lungo termine, con valori condivisi”, ribadisce Gill, sottolineando che i dazi metterebbero a rischio “lo spirito di cooperazione” tra le due sponde dell’Atlantico. Ma i numeri parlano di tensioni latenti: nel 2023, gli Usa hanno esportato beni in Ue per 346 miliardi di euro, importandone per 502,3 miliardi. Un gap che Trump vorrebbe colpire, ignorando il surplus Usa nei servizi (396,4 miliardi di export vs 292,4 di import).

Servizi, l’arma invisibile Usa ma Ue non svela contromosse

Mentre i riflettori sono puntati su acciaio e alluminio, c’è un fronte silenzioso dove gli Usa dominano: i servizi. Con un export da 396,4 miliardi di euro verso l’Ue nel 2023, Washington potrebbe avere molto da perdere se Bruxelles decidesse di colpire questo settore. Ma il portavoce Ue non fa cenno a possibili ritorsioni mirate, limitandosi a ribadire: “Assumeremo sempre i passi necessari per proteggere i nostri interessi”. Intanto, la palla resta al campo del dialogo: “Restiamo impegnati a collaborare”, insiste Gill.

Ue: dazi Usa? Colpiranno catene globali e aumenteranno l’inflazione

La Commissione Ue lancia un j’accuse senza mezzi termini: “I dazi sono illegali e controproducenti”. Il motivo? L’integrazione profonda delle filiere industriali transatlantiche. “Imporre tariffe significa minare l’efficienza dei mercati e aumentare l’incertezza”, avverte Bruxelles, ricordando che settori come l’automotive o l’high-tech dipendono da supply chain intrecciate. Un attacco a una parte rischierebbe di ferire entrambi.

Il gioco delle parti

A una domanda chiave – come reagirà l’Ue? – Bruxelles preferisce non sbilanciarsi. Nessun dettaglio su possibili contromisure, né sui settori target. Una scelta strategica? Probabile. “Siamo contro barriere ingiustificate e per una concorrenza leale”, ripete Gill, lasciando intendere che qualsiasi mossa sarà calibrata per massimizzare il danno politico a Washington, senza innescare una guerra commerciale totale. Intanto, l’Europa guarda al futuro: “Con i partner, puntiamo a collaborare”. Ma il countdown ai dazi Trump è già iniziato.

I dati Ue-Usa mostrano un rapporto simbiotico, ma fragile. Con 1.000 miliardi di scambi annuali tra beni e servizi, ogni mossa unilaterale rischia di innescare un effetto domino. Bruxelles gioca la carta della razionalità economica: “I dazi sono tasse autolesioniste”. Ma in un’era di protezionismi striscianti, la posta in gioco è più alta che mai: salvare non solo gli interessi commerciali, ma l’idea stessa di un’alleanza transatlantica fondata su regole condivise.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri