Il M5s e’ riuscito a compiere un piccolo miracolo al Parlamento europeo, raccogliendo su una mozione di censura alla Commissione Ue di Jean-Claude Juncker (foto) 76 firme, e riunendo attorno a quest’iniziativa gli eurodeputati di praticamente tutte le formazioni della destra: dagli euroscettici britannici dell’Ukip, che stanno nello stesso gruppo dei grillini, ai leghisti di Matteo Salvini e al Front National francese di Marine Le Pen. La censura e’ motivata dal fatto che Juncker, da primo ministo di lungo corso del Lussemburgo, e’ considerato “direttamente responsabile” del sistema di elusione fiscale, rivelato dallo scandalo “Luxleaks”, che ha peremsso a centinaia di multunazionali di pagare tasse bassissime nel Granducato e nessuna imposta altrove, sottraendo risorse agli Stati membri in cui queste imprese avevano le loro attivita’.
La mozione, depositata oggi a Bruxelles nelle mani della presidenza Schulz, immediatamente dopo che era stato raggiuto e superato il minimo dei firmatari (75, il 10% del totale degli eurodeputati, 751) sara’ messa in agenda dalla Conferenza dei presidenti di gruppo giovedi’, per essere poi comunicata alla plenaria lunedi’, e votata probabilmente mercoledi’, il giorno della visita di Papa Francesco all’Assemblea di Strasburgo. Si trattera’, comunque, di un gesto simbolico: sono praticamente nulle le probabilita’ che la mozione sia approvata al voto in plenaria, la settimana prossima. Non la voteranno, infatti, né i Verdi (50) né la Sinistra radicale (Gue, 52 seggi), né i “dissidenti” del gruppo socialista e democratico (quelli he non hanno votato per Juncker), visto l’ingombrante sostegno che dovrebbero condividere con i partiti euroscettici, xenofobi e di estrema destra di mezza Europa. Per passare, la sfiducia dovrebbe ottenere i vosti dei 2/3 degli eurodeputati (501), in uno scrutinio a cui partecipi almeno la maggioranza del totale degli eletti (376).
Il gruppo Gue (Gauche unitaire europénne) avrebbe voluto presentare esso stesso una mozione di sfiducia, ma in una riunione svoltasi oggi a Bruxelles ha dovuto prendere atto di non avere i numeri sufficienti, non essendo riuscito a convincere né i Verdi né i Socialisti dissidenti dell’utilita’ dell’iniziativa in questa fase. Per quanto riguarda il voto sulla mozione della destra e del M5s, gli eurodeputati della Gue hanno deciso di astenersi o di uscire dall’aula. I Verdi, dal canto loro, pur essendo rimasti delusi dall’atteggiamento di Juncker – che nelle sue priorita’ e nella nuova struttura della Commissione ha dato scarsa importanza alle tematiche ambientali, a parte quelle legate a clima ed energia – restano su un atteggiamento pragmatico, attendendo di vedere che cosa fara’ (o non fara’) concretamente il nuovo Esecutivo Ue prima di assumere posizioni di rottura, premature e non utili.