Bruxelles: pronti a reagire ai dazi di Trump, l’Iva non è una barriera. Commissario Ue vola a Washington
Se si guarda al totale degli scambi (1.600 miliardi di euro), il surplus totale dell’Europa sugli Stati Uniti è appena il 3% del valore degli scambi complessivi
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La Commissione europea non abbassa la guardia. Di fronte alla minaccia dei nuovi dazi commerciali annunciati dall’amministrazione Trump, Bruxelles si dice pronta a reagire. “Ci stiamo preparando da più di un anno. Ma, al momento, non sappiamo esattamente in cosa consisteranno questi dazi”, ha dichiarato Olof Gill, portavoce della Commissione per il commercio internazionale.
L’attenzione è puntata soprattutto sui cosiddetti “dazi reciproci” ventilati da Washington, che potrebbero colpire l’Iva applicata nei paesi Ue. Un’ipotesi che, però, appare controversa: l’Iva, infatti, non è una tassa mirata contro le importazioni statunitensi, ma si applica a tutti i beni di consumo venduti nell’Unione, a prescindere dalla loro provenienza.
Domani il commissario europeo Maroš Šefčovič volerà a Washington per un faccia a faccia con la controparte americana. “Cercherà di trovare una soluzione vantaggiosa per entrambe le parti, ma siamo pronti a difendere i nostri interessi”, ha ribadito Gill, sottolineando la determinazione dell’Ue.
Iva sotto accusa: Bruxelles respinge le critiche
L’Iva, ha precisato il portavoce, non è un dazio e non è mai stata utilizzata come strumento di politica commerciale. Tuttavia, senza conoscere i dettagli delle misure statunitensi, la Commissione preferisce mantenere un profilo prudente. “Non possiamo fornire maggiori dettagli sulle nostre contromisure”, ha ammesso Gill, ricordando che Bruxelles ha già chiarito che la sua risposta a eventuali dazi ingiustificati sarà “proporzionata”.
Scambi commerciali: numeri che parlano chiaro
Per smontare le accuse di squilibrio negli scambi con gli Usa, la Commissione ha diffuso oggi un documento (Q&A) con dati alla mano. Nel 2023, l’Ue ha registrato un avanzo commerciale di 157 miliardi di euro con gli Stati Uniti, esportando beni per 503 miliardi e importandone per 347 miliardi. Ma se si guarda ai servizi, il quadro si ribalta: gli Usa hanno un surplus di 109 miliardi, grazie a esportazioni per 427 miliardi e importazioni per 319 miliardi.
Il risultato? Il surplus totale dell’Ue sugli Stati Uniti si attesta a 48 miliardi di euro, appena il 3% del valore degli scambi complessivi, che sfiorano i 1.600 miliardi di euro. Numeri che dimostrano come le due economie siano strettamente intrecciate.
Non solo scambi di beni e servizi: nel 2022, gli investimenti reciproci tra imprese europee e statunitensi hanno superato i 5.300 miliardi di euro. Una cifra che rende evidente come una guerra commerciale a colpi di dazi sarebbe dannosa per entrambe le sponde dell’Atlantico.
L’Iva non è una barriera, parola di Bruxelles
L’ipotesi di Trump di considerare l’Iva europea come una misura discriminatoria nei confronti delle merci statunitensi non convince Bruxelles. “Il sistema dell’Iva dell’Ue è non discriminatorio e si applica in modo paritario a qualsiasi bene, prodotto internamente o importato”, ha precisato la Commissione. Inoltre, anche gli Stati Uniti hanno una forma di tassazione analoga, il che rende la critica ancora meno fondata.
Attualmente, i dazi medi applicati negli scambi tra Ue e Stati Uniti si aggirano intorno all’1% da entrambe le parti. Nel 2023, gli Usa hanno incassato circa 7 miliardi di euro dai dazi sui beni importati dall’Ue, mentre l’Ue ha raccolto 3 miliardi di euro dai dazi sui beni statunitensi.
In questo scenario, la proposta di Trump di prendere di mira l’Iva europea appare come un’arma spuntata. Ma una cosa è certa: l’Ue non intende fare passi indietro. “Siamo pronti a difendere i nostri interessi”, ha ribadito Gill, mentre Bruxelles si prepara a un braccio di ferro che potrebbe avere ripercussioni globali.