È stato l’antieroe della fortunatissima serie TV Breaking Bad, ora torna al mondo della droga, ma l’eccellente, pluripremiato attore Bryan Cranston questa volta è un agente sotto copertura contro il cartello di Pablo Escobar. Il film “The Infiltrator” diretto da Brad Furman è l’ennesimo costruito attorno alla leggenda del maxi signore della droga, ucciso dalla polizia colombiana nel 93. Il solo nome di Escobar evoca ancora denaro, potere e crimine. Ma “The Infiltrator” racconta un’altra storia vera, quella dell’agente federale Robert Mazur che riuscì a infiltrarsi nel network di Escobar. “Ancora oggi nessuno sa che faccia abbia Bob Mazur” dice Cranston. “Non vuole farsi fotografare e la sua voce viene contraffatta. Ma alla fine l’unica cosa importante è trovare l’essenza di quest’uomo, cosa lo fa pensare, cosa lo muove. Ha l’ansia di riuscire e sente l’adrenalina, di fronte al pericolo”.
Un film di conflitti psicologici, perché la missione di Bob Mazur durò due anni e mezzo; vuol dire intimità e amicizia con i criminali, un’amicizia che poi bisogna tradire. “E’ il tuo lavoro. Di fronte hai un cattivo, stai facendo la cosa giusta per la società, ma il cuore ti dice “non è questo che vedo, io vedo il mio amico”. E’ questo che mi ha attratto, come si riconciliano le due cose, il cuore e la mente. E’ un esperimento sociale affascinante”. Proprio una parte nelle corde di Cranston, così bravo a dipingere l’ambivalenza in “Breaking Bad”, dove era Walter White, un professore che si trasforma per disperazione e denaro in trafficante di droga, in una progressiva discesa all’inferno. “The Infiltrator” esce a luglio nei cinema americani; ancora non c’è una data per la distribuzione italiana.