Si arresta il rally sui Btp italiani, che era proseguito tutta la scorsa settimana portando a calmieramenti dei rendimenti fino a farsi scendere a nuovi minimi storici, con la formazione del nuovo governo guidato da Mario Draghi. Oggi si sono verificati leggeri rialzi, ma in un quadro di vendite generalizzate sulle emissioni dell’area euro. A fine seduta i tassi dei Btp decennali si sono attestati allo 0,53% e lo spread. Ma dato un contestuale maggior aumento dei tassi sui Bund equivalenti tedeschi (al meno 0,38%), lo spread, il famigerato differenziale tra i due titoli è rimasto quasi invariato a 91 punti base.
Su queste emissioni i tassi retributivi sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo: salgono quando quest’ultimo cala a seguito di vendite, e viceversa. I titoli tedeschi vengono utilizzati come benchmark per tutti i Paesi dell’area valutaria, come riferimento per i differenziali. Lo spread Btp-Bund è ai minimi da oltre 10 anni. L’Italia intanto accorcia le distanze anche con la Spagna, che nonostante una contrazione economica peggiore della Penisola a seguito della crisi pandemica, e tassi di disoccupazione più elevati, ottiene sui mercati tassi più bassi. Con i rendimenti dei Bonos allo 0,26%, secondo Mts, in questo caso lo spread è di appena 29 punti base.
I rendimenti dei Btp a 5 anni sono rimasti negativi, risalendo leggermente al meno 0,05%, mentre quelli dei titoli italiani a due anni hanno chiuso al meno 0,40%. Di fondo, i tassi dei titoli di Stato di tutti i Paesi dell’area euro vengono tenuti bassi o negativi dai programmi di acquisti di titoli della Bce, che in risposta alla pandemia ha lanciato un nuovo programma anticrisi (Pepp).