Buco di bilancio, Crocetta ai piedi di Renzi. Domani il quarto governo
MISSIONE ROMANA Obiettivo, provare a rimettere in sesto i conti siciliani ma quello di oggi sarà solo il primo viaggio
Missione siciliana oggi a Roma. A Palazzo Chigi il governatore Rosario Crocetta incontra il sottosegretario alla Presidenza Claudio De Vincenti e quello agli Affari regionali Gianluca Bressa. Obiettivo, provare a rimettere in sesto i conti siciliani, in un percorso partito da tempo allo scopo di chiudere l’incerto bilancio 2015 – ottenendo aiuti per 1,4 miliardi – e quelli nebulosi del 2016 e 2017. E’ un fatto la crisi di liquidita’ che sta, gia’ nell’immediato, mettendo a rischio 24.000 forestali garantiti solo fino a venerdi’, in attesa dell’ok alla delibera Cipe da 650 milioni, 88 milioni dei quali destinati proprio ai forestali: una manovra che ha suscitato i dubbi della Corte dei conti, anche alla luce della circostanza che risorse per gli investimenti siano dirottate sulla spesa corrente. Certo, la trattativa non si concludera’ oggi; per questo Crocetta respinge il tentativo di legare questa vicenda a quella ingarbugliata del suo quarto governo che il presidente vorrebbe varare domani, anche a costo di far partire un esecutivo del presidente.
“Non siamo a Roma per chiedere l’elemosina – dice Crocetta – ma per far decollare in modo decisivo un tavolo tecnico e politico al quale abbiamo fatto gia’ pervenire le nostre proposte per rimettere in equilibrio il bilancio, partendo dalle risorse che ci spettano”. “Sul Bilancio della Regione siciliana lo scenario rimane confuso. Il governo non ha ancora presentato al Parlamento dell’Isola il ‘Bozzone’ con la manovra economica e finanziaria 2016. Ma gia’ l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ha fatto sapere che la manovra partira’ con un ‘buco’ di 3 miliardi”, dice un allarmato parlamentare nazionale del Pd Giuseppe Lauricella, “in ordine al quale, un miliardo e 900 milioni e’ opera dello Stato. Mi chiedo: ma chi e’ che, oggi, difende la Sicilia? La classe dirigente della Sicilia non puo’ piu’ continuare a tacere sull’atteggiamento dello Stato nei riguardi dell’Isola”. (Agi)