A Budrio non si esulta per arresto di Igor il russo

La vedova del barista: ogni notte rivedo la pistola puntata

Maria Sirica, vedova del barista Fabbri

“Che fosse un delinquente capace di tutto lo sapevamo da otto mesi. E’ stato feroce con chi si trovava disarmato di fianco a lui, ma anche davanti ai militari con le mitragliatrici puntate non si è mai fatto scrupoli. La magra consolazione è che adesso non potrà più seminare panico. Arrestarlo quindi era possibile, almeno all’estero”. Per strada a Budrio, davanti al municipio e al bar del paese, non si esulta per l’arresto di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic. “Igor il russo” come era statto ribattezzato si è arreso la notte tra giovedì 14 e venerdì 15 dicembre, a Teruel, una cittadina spagnola a 170 chilometri da Saragozza, dopo aver ucciso tre persone e dopo una fuga durata poco più di sei ore. In Italia – e all’estero per via di un mandato di cattura internazionale – era ricercato per gli omicidi di Davide Fabbri, il barista di Riccardina di Budrio nel bolognese avvenuto il 1 aprile, e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri avvenuta una settimana dopo, l’8 aprile, nelle campagne intorno a Portomaggiore nel ferrarese; era inoltre sospettato dell’uccisione del metronotte Salvatore Chianese avvenuta due anni prima. “Mi sveglio ogni notte e sogno lui che continua a puntare la pistola contro la mia faccia, proprio come quella maledetta sera – dice Maria Sirica, vedova del barista Fabbri, ricordando le scene concitate dell’1 aprile, poco prima della chiusura del piccolo bar della frazione di Budrio -. Mi ha portato via il marito che cosa devo dire? L’hanno preso? Bene. Avevo perso la fiducia in tutti. Non so se ci sia giustizia qui: è possibile che siano dovute morire sei persone prima di prenderlo?”. Della freddezza e ferocia di Igor ne è testimone anche chi era dentro al bar assieme ai coniugi: “Si atteggiava come fosse Rambo; aveva preso in mano la canna del fucile senza alcuna esitazione; poi ha sparato quei pochi colpi, uno aveva ferito anche me”.[irp]

La caccia era iniziata la domenica all’alba. Decine di pattuglie dei carabinieri per perlustrare la campagna e le frazioni limitrofe. Una zona ben conosciuta dal fuggiasco che una settimana dopo venne intercettato da due guardie ecologiche volontarie in servizio lungo l’argine a Portomaggiore. Igor sparò ancora per uccidere Verri e ferire gravemente il collega. Tra Bologna, Ferrara, Ravenna e Modena vennero mandati i rinforzi: per settimane qui si contarono fino a mille militari dell’Arma, con le forze speciali, dispiegati in un’area troppo vasta anche per gli elicotteri e i droni. Forse il serbo aveva già lasciato il paese. “Le uniche notizie vi possiamo dare in questo momento ci arrivano dalla Guardia civil e sono inevitabilmente frammentarie” prova a spiegare in conferenza stampa il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato. “Eravamo convinti di muoverci nella giusta direzione – ha continuato a ripetere elogiando il lavoro dei carabinieri e degli inquirenti -. Nelle indagini è importante che ci sia sempre una combinazione di entusiasmo e sacrifici”. Quell’entusiasmo che, secondo il procuratore, serve per superare “momenti di naturale abbattimento e quei momenti di amarezza che possono nascere da accuse assolutamente ingiustificate”. Le accuse sono quelle riferite all’Arma, alle negligenze delle prime ore della caccia, alla scarsa collaborazione tra le diverse forze dell’ordine. Polemiche che Amato non vuole ritirare fuori, almeno non nel giorno in cui la Guardia civil ha messo la parola “fine” su un “incubo”, come l’ha definito il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.[irp]

Igor, secondo le prime ricostruzioni raccontate dai media spagnoli, si nascondeva all’interno di una fattoria in Aragona, dove è stato trovato giovedì intorno alle 19 da due agenti in cerca dell’autore di una sparatoria avvenuta giorni prima. Anche verso di loro Igor ha aperto il fuoco e ucciso Victor Romero Perez e Victor Jesus Caballero Espinosa. Prima di fuggire il killer ha ucciso anche un agricoltore, José Luis Iranzo, che era accanto agli agenti durante il servizio di pattuglia. Dopo l’ennesima uccisione Igor sarebbe scappato a bordo di un’auto con la quale, poco prima delle tre di notte, ha avuto un incidente. Gli agenti della Guardia civil gli hanno trovato addosso tre pistole e un’uniforme. “Ci sarà nostra richiesta di estradizione che, come è ovvio che sia, dovrà fare i conti nel momento della tempistica, con il fatto che il Paese richiesto ha nell’attualità un procedimento penale per fatti gravissimi commessi in quel territorio” ha spiegato il procuratore Amato. Ma in serata la notizia che l’estradizione in Italia di Norbert Feher verrà probabilmente sospesa in attesa che l’uomo venga processato in Spagna per i tre omicidi commessi in territorio spagnolo. Il giudice dell’Audiencia Nacional che si occupa delle indagini, Carmen Lamela, interrogherà domenica l’uomo in videoconferenza comunicandogli anche i reati contestatigli dalla magistratura italiana nel mandato di arresto emesso nei suoi confronti, fra cui tre omicidi.[irp]