‘Buona Scuola’, al via l’assunzione di 100 mila precari

La Camera ha approvato alcuni articoli del ddl che prevedono anche 40 milioni per la diagnosi delle infrastrutture scolastiche

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di Maurizio Balistreri

L’aula della Camera con 263 si’, (i gruppi della maggioranza), 122 no (le forze d’opposizione) e 25 astenuti (il gruppo di Sel) ha approvato l’articolo 10 del ddl Buona Scuola che prevede un piano straordinario di assunzioni. Nel testo si prevede l’assunzione da quest’anno di circa 100 mila docenti: si tratta dei vincitori del concorso del 2012 e degli iscritti nelle graduatorie a esaurimento. “Con piano straordinario oltre 100 mila assunzioni per realizzare autonomia e potenziare offerta, ok art.10 #labuonascuola”. Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, su Twitter commenta l’approvazione dell’articolo 10. La Camera ha approvato l’articolo 22 del ddl scuola che stanzia 40 milioni di Euro per il 2015 per il finanziamento di indagini diagnostiche dei solai e dei controsoffitti degli edifici scolastici. La Camera ha approvato anche l’articolo 22 del ddl scuola che stanzia 40 milioni di Euro per il 2015 per il finanziamento di indagini diagnostiche dei solai e dei controsoffitti degli edifici scolastici.

Dopo un duro confronto nell’aula della Camera il governo blinda i tempi del ddl di riforma della scuola che si avvia verso il primo sì della Camera. Intanto però la norma sul 5 per mille per le scuole viene cancellata e la mossa ottiene un duplice effetto: da un lato le votazioni degli emendamenti dopo lo stop and go su un tema così controverso proseguono spedite (e le opposizioni, da Sel a Movimento 5 stelle, si intestano a vicenda la vittoria), dall’altro la mediazione tra la maggioranza del Pd e la minoranza prosegue. La linea che lo stesso premier Matteo Renzi ribadisce anche oggi è di apertura al confronto ma anche di determinazione nel voler “cambiare la scuola vincendo un po’ di tabu”.

Si può “discutere di tutto”, incalza Renzi, “ma il tempo del 6 politico è finito”. Dunque tra la “riformulazione” dell’articolo approvato ieri sui poteri del preside, “il fatto – spiega Andrea Giorgis, esponente della minoranza – che sia stato interamente riscritto l’articolo 10 sui modi attraverso i quali i presidi esercitano la scelta prevedendo più collegialità” e lo stralcio di quello sul 5 per mille, insieme ad altri ritocchi al testo, la “buona scuola” diventa piano piano più digeribile. Non per i più risoluti come Stefano Fassina che di fatto è già con un piede fuori dal partito e che potrebbe votare no alla riforma, ma per gli altri, l’ala “lealista” della minoranza Pd, il dissenso sulla riforma è destinato ad assumere forme più soft. Lo stesso Enrico Letta commenta che con le modifiche la riforma “è stata un po’ raddrizzata”.

Passa l’articolo 18 che introduce lo school bonus, ovvero un credito d`imposta del 65% per il biennio 2015 e 2016 e del 50% per il 2017 per chi effettua erogazioni liberali in denaro per la realizzazione di nuove scuole, manutenzione e potenziamento di quelle esistenti, sia statali che paritarie. Via libera anche all’articolo 19 sulla detraibilità delle spese sostenute per la frequenza scolastica: no del dissidente dem Stefano Fassina, di Sel e di Movimento cinque stelle che parlano di un rinnovato “patto del Nazareno” per l’asse tra la maggioranza e Forza Italia sulla riforma della scuola. L’articolo introduce una detrazione Irpef, per un importo annuo non superiore a 400 euro per studente, per le spese sostenute per la frequenza delle scuole paritarie dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, delle scuole secondarie (anche statali) di secondo grado. Bocciato un emendamento della minoranza Pd che mirava ad abolire le detrazioni delle spese per gli allievi delle scuole superiori. Domattina intanto, alle 11.30, inizieranno le dichiarazioni di voto finale.