“‘La chirurgia estetica è come un burqa di carne. Questa – spiega il testo – la definizione molto pertinente, anche se sferzante, data da una donna. Lasciata la libertà di scelta a tutti, non è che siamo sotto il giogo culturale del modello femminile unico? Pensiamo alle donne usate nella pubblicità e nella comunicazione di massa?”. Interpellati dai cronisti sul tema nel corso di una conferenza stampa in Vaticano, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero vaticano ha detto che è “impressionante la crescita della chirurgia estetica per aderire a modello estrinseco: le diciottettni che chiedono per il compleanno nuovo seno”.
La questione, per il porporato, è tuttavia più ampia, e riguarda, “la questione del transumanesimo o postumanesimo”, ad esempio “le neuroscienze: quando si inizia a intervenire sulla interconnessione neuronale siamo di fronte a ambiti che hanno ridondanze delicate sul piano etico” e, altro esempio, “l’evoluzione della medicina sportiva, dove non è soltanto favorire la prestazione muscolare, ad esempio, ma mutare la struttura fisiologica e psicologica della persona, oltre il doping, e sarà una questione molto più drammatica”.
L’attrice Nancy Brilli, testimonial dell’assemblea plenaria, è intervenuta a sua volta in conferenza stampa per affermare: “Sono molto coinvolta, stando insieme a chirurgo plastico che si occupa prevalentemente di ricostruzione post-cancro. Definire la questa chirurgia ‘nuovo burqa’ dipende dal fatto che le donne cercano molto spesso di omologarsi a un modello per essere accettate. Se uno altera la fisionomia con cui viene al mondo nella quale si sente a disagio, invece, non capisco perché debba essere demonizzato e criticato: se sta meglio, dov’è il danno? Non lo capisco. Se invece si tratta di diventare come una donna debba essere, quello è terribile, in quel senso è burqa: ‘tu non puoi essere come sei devi essere come decido io'”.