La mafia fa vendere, purtroppo. Dal caffè “Mafiozzo” stile italiano ai sigari “Al Capone”, dalla pasta “Mafia” agli snack “Chilli Mafia”, dall’amaro “Il Padrino” al limoncello “Don Corleone”, dal sugo piccante rosso sangue “Wicked Cosa Nostra” alle spezie “Palermo Mafia shooting”. Tutto questo mentre a Bruxelles, capitale d’Europa, si intingono addirittura le patatine nella “SauceMaffia” e si condisce la pasta con la “SauceMaffioso”e in tutto il mondo spopolano i ristoranti e le pizzerie “Cosa Nostra” e “Mafia”. Non manca internet dove è possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook”, comprare caramelle sul portale www.candymafia.com o ricevere i consigli di mamamafiosa (www.mamamafiosa.com) con sottofondo musicale a tema. La ricerca di come il connubio mafia e made in Italy sia stretto e deleterio a livello di immagine arriva dalla Coldiretti che, per la prima volta, ha censito gli esempi piu’ scandalosi di prodotti agroalimentari, venduti in Italia, in Europa e nel mondo, con nomi che richiamano gli episodi e le forme di criminalità organizzata più, che vengono sfruttate per fare business. La ricerca è stata presentata dalla Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promossa dalla Coldiretti con la Presidenza del Comitato Scientifico affidata al procuratore Giancarlo Caselli. A guidare la Fondazione è il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo che ha chiesto “l’intervento delle istituzioni nazionali e comunitarie per porre fine ad un oltraggio insopportabile”. Siamo di fronte ad uno schiaffo all’immagine dell’Italia sui mercati globali che – sottolinea la Coldiretti – parte dall’antipasto a base di anacardi in vasetto di vetro commercializzati nel Regno Unito. La confezione di “Chilli Mafia” contiene noccioline aromatizzate al peperoncino e la scritta in etichetta avverte che occorre stare attenti e utilizzare “with caution” il prodotto che risulta essere estremamente piccante. Vengono dal Belgio, le salse che servono per insaporire le patatine con la “Sauce Maffia” della Good’n Food di Malines che contiene una salsa a base di olio di colza, rosso d’uovo, aceto, senape, polvere di cipolla, zucchero e spezie varie mentre la “Sauce Maffioso”, realizzata a Diest, nelle Fiandre, e commercializzata con il marchio The Smiling Cook, è invece a base di spinaci, cipolla, aglio, formaggio emmenthal, pepe rosso e aromi vari.
Ma ci sono in vendita anche – continua la Coldiretti – la pasta Mafia a Taiwan, le spezie “Palermo Mafia shooting” in Germania o la salsa piccante “Wicked Cosa Nostra” in California. L’oltraggio all’Italia – afferma la Coldiretti – non si ferma al pasto, con il commercio dalla Psc Start S.A. di Blagoevgrad (Bulgaria) del “Caffè Mafiozzo” confezionato in grani. E c’è anche il sigarillo dedicato al sanguinario “Al Capone”, confezionato negli Stati Uniti per il mercato olandese. Ma c’è anche chi – continua la Coldiretti – sfruttando la fama della saga cinematografica “Il Padrino”, nel paese siciliano che ha tristemente legato il suo nome alla mafia, ha messo in vendita il liquore d’erbe “Don Corleone” a base di miscela d’erbe ed estratti naturali “product in Sicily” o l’amaro “Il Padrino” . Non mancano i marchi come la catena di ristoranti “La Mafia” in Spagna che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari mentre praticamente ovunque, dal Messico a Sharm El Sheik, dal Minnesota alla Macedonia si trovano ristoranti e pizzerie “Cosa Nostra” e l’insegna La Camorra Pasta Pizza & Grill si può trovare a La Paz in Perù.