Brusco calo a maggio dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, che passa dal 107,4 di aprile a 105,4, il piu’ basso da oltre due anni (febbraio del 2015). Giu’ anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese, da 106,8 a 106,2. Solo nel commercio al dettaglio si registra un incremento, mentre resta stabile nel settore delle costruzioni. Secondo quanto riporta l’Istat, tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori registrano un calo, seppur con intensita’ diverse: il clima economico e il clima personale passano rispettivamente da 125,0 a 124,7 e da 101,5 a 100,2; il clima futuro diminuisce da 110,1 a 108,1 e quello corrente passa da 105,6 a 105,2. I giudizi dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese rimangono stabili (il saldo a quota -51) mentre le aspettative peggiorano (il saldo da -32 a -33); continuano ad aumentare, per il secondo mese consecutivo, le aspettative sulla disoccupazione (da 29 a 33 il relativo saldo). Riguardo le opinioni dei consumatori circa l’andamento dei prezzi al consumo, si rileva un calo della quota dei consumatori che ritengono i prezzi aumentati negli ultimi 12 mesi (da -9 a -11 il saldo) mentre cresce la quota di coloro che si aspettano un incremento nei prossimi 12 mesi (da -17 a -14 il saldo).
Con riferimento alle imprese, rileva l’Istituto di statistica, nel mese di maggio si registrano segnali eterogenei fra i settori indagati: il clima di fiducia cala nel settore manifatturiero e in quello dei servizi (l’indice diminuisce, rispettivamente, da 107,7 a 106,9 e da 107,2 a 105,5); nelle costruzioni l’indice rimane sostanzialmente stabile (da 128,0 a 128,1) e nel commercio al dettaglio registra un incremento passando da 110,8 a 111,1. “Dati preoccupanti. Dopo l’arresto di aprile, ora la fiducia inverte la rotta e scende nettamente. In particolare desta allarme il deciso peggioramento relativo alla situazione economica della famiglia, sia il giudizio che passa da -25 a -33, sia le attese, da -9 a -14”. E’ il commento di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, dopo la diffusione dei dati Istat sulla fiducia dei consumatori a maggio, scesa da 107,4 a 105,4. “Si tratta, infatti, dei dati che piu’ contano, in prospettiva, per il rilancio dei consumi – osserva Dona – non a caso i dati reali sono negativi. Ricordiamo, infatti, che la spesa delle famiglie residenti prosegue nella sua inesorabile caduta ormai dal 2015, passando dal +1,6% del 2015 al +1,4% del 2016 per finire con uno sconfortante +1%, previsto dall’Istat per il 2017”. (AGI) Red/Gav