“Sono 11 al momento le Regioni che si apprestano a richiedere lo stato di calamità a seguito delle eccezionali avversita atmosferiche (Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e Provincia autonoma di Trento). Siamo pronti a rispondere con tempestività, assicurando l’attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale”. Così ha detto in Commissione Ambiente, nell`ambito dell`indagine conoscitiva sull`emergenza idrica e sulle misure necessarie per affrontarla, il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina. “Nei primi mesi del 2017 le temperature medie registrate in Italia sono state di 3 gradi superiori alla media. Se combinato con la scarse precipitazioni, notiamo una riduzione nella produzione di cereali e latte nazionale”, ha proseguito. E poi ha aggiunto: “Grazie ad un accordo in via di perfezionamento con la Commissione europea abbiamo stabilito un aumento degli anticipi dei fondi europei della Pac e dello sviluppo rurale di circa 700 milioni di euro, portandoli a 2,3 miliardi”.
Il ministro Martina ha detto che rispetto alla questione siccità “è necessario mettere in campo un mix di interventi per fronteggiare la scarsità d’acqua, in particolar modo nel settore agricolo, ed è irrinunciabile impostare subito politiche di forte concretezza rispetto al tema del cambiamento climatico”. Insomma “il cambiamento climatico sta entrando già dentro la vita quotidiana delle nostre comunità e del nostro Paese”. Tenendo presente che “gli strumenti nazionali ed europei per far fronte a questi scenari, vanno aggiornati. Noi abbiamo deciso di dedicare il prossimo G7 agricolo al tema della difesa del reddito agricolo”. E “l’attuale gravità della situazione in Italia è legata alla siccità. Siamo davanti a una delle situazioni più severe degli ultimi anni. Nei primi mesi del 2017 – ha chiarito – le temperature hanno superato in media 3 gradi, a questo aumento delle temperature si deve associare una forte riduzione delle precipitazioni, -53% rispetto al 2016, questo combinato sta producendo danni all’agricoltura, con una riduzione della produzione dei cereali pari al 40-50%, e una consistente diminuzione della produzione del latte”.