Calca piazza San Carlo, sindaca di Torino indagata. Procura: se c’è querela, atto dovuto

Calca piazza San Carlo, sindaca di Torino indagata. Procura: se c’è querela, atto dovuto
Il sindaco di Torino, Chiara Appendino
29 giugno 2017

Importante novità nell’inchiesta per la calca di piazza San Carlo a Torino. Sono infatti saliti a tre gli indagati per quanto accaduto la serata del 3 giugno alla finale di Champions League e tra loro c’è la sindaca Chiara Appendino. Il primo cittadino in numerose denunce presentate dai feriti è indicata come responsabile della mancanza di sicurezza nella gestione dell’evento, che si è concluso con la morte di una donna e il ferimento di un numero impressionante di tifosi, 1.526, quasi tutti feriti nel fuggi fuggi dai cocci di bottiglia che ricoprivano la piazza torinese, a causa della mancanza di una ordinanza anti-vetro. Nessuna conferma del provvedimento è però arrivata dalla Procura e del Comune di Torino. Secondo fonti di stampa la sindaca di Torino è stata iscritta sul registro degli indagati per lesioni come atto d’ufficio. Non sarebbe dunque un’iniziativa degli inquirenti, frutto di un’analisi del ruolo e delle responsabilità dell’amministratrice della città. Sulle indiscrezioni riportate dai media, sono intanto insorte le opposizioni che chiedono le dimissioni della Sindaca. Secondo un sondaggio di Ipr per Repubblica Torino il 45 per cento dei cittadini considera Chiara Appendino responsabile di quanto accaduto mentre per il 47 parla di tragica fatalità e assolve la sindaca.

CODACONS L`associazione dei consumatori, commentando le notizie riportate oggi da alcuni quotidiani fa sapere  che “l’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco di Torino, Chiara Appendino, è avvenuta a seguito di specifico esposto presentato dal Codacons in Procura”. “Subito dopo i fatti di Piazza San Carlo e le tante falle sul versante sicurezza emerse in merito all’incidente del 3 giugno – dice il Codacons – abbiamo presentato un esposto alla Procura di Torino, integrato a seguito del decesso di Erika Pioletti”, sottolineando che “nella denuncia chiedevamo alla magistratura torinese di accertare le eventuali responsabilità di sindaco, Comune, prefettura, questura e altri soggetti pubblici o privati, alla luce del possibile concorso in omicidio con dolo eventuale”. E “questo perché la mancanza di adeguate misure a tutela dell’incolumità e della salute dei cittadini che lo scorso 3 giugno si erano riuniti in Piazza San Carlo in occasione della finale di Champions League, ha di fatto contribuito a determinare la tragedia”.

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LA PROCURA Mentre sui quotidiani si rincorre la notizia che il sindaco di Torino, Chiara Appendino, sarebbe indagata, la Procura della repubblica di Torino con una nota firmata dal procuratore capo Armando Spataro fissa alcuni punti fermi: “Nessuna iscrizione nel registro degli indagati di persone aventi responsabilità istituzionali è avvenuta di iniziativa della procura” e “si ricorda nella ipotesi in cui pervengano all’Ufficio querele-denunce da parte di privati, l’iscrizione dei querelati nel predetto registro costituisce atto dovuto”; la procura chiarisce che “non sono al momento previsti interrogatori di persone che rivestono pubblici uffici”, il che spiegherebbe la mancanza di un avviso di garanzia. In relazione all’inchiesta, “facendo seguito ai precedenti comunicati stampa, si ritengono opportune ulteriori precisazioni a seguito di vari articoli – contenenti inesattezze – oggi pubblicati da vari quotidiani”, premette la nota, che innanzitutto sottolinea: “La Procura della Repubblica non ha disposto di propria iniziativa alcuna iscrizione nel registro degli indagati di persone aventi responsabilità istituzionali”; al secondo punto si ricorda che “nella ipotesi in cui pervengano all’Ufficio querele-denunce da parte di privati, l’iscrizione dei querelati nel predetto registro costituisce atto dovuto sia nel loro interesse che dei querelanti, anche perché determina l’inizio del decorso dei termini delle indagini preliminari”; Inoltre – spiega la procura – “l’informazione di garanzia alle persone sottoposte ad indagini è peraltro atto dovuto solo nel caso in cui debba essere compiuto un atto al quale il difensore di tali persone ha diritto di assistere: allo stato non sono previsti interrogatori di persone che rivestono pubblici uffici (con connesse responsabilità istituzionali) o altri atti che richiedano la presenza di loro eventuali avvocati”. La procura inoltre avvisa che “quest’ufficio, pur consapevole della rilevanza dei fatti del 3 giugno 2017 e del diritto dei cittadini a conoscerne le eventuali accertate responsabilità (compatibilmente, durante la fase investigativa, con i limiti previsti dalla legge), continuerà a fornire informazioni solo attraverso comunicati stampa nella convinzione che essi possano servire a favorire la diffusione di notizie affidabili”. Infine il procuratore Spataro chiosa tranchant: “Non si ritiene, invece, di dover rispondere ad affermazioni – se vere – come quella di Fabrizio Morri, segretario PD a Torino, oggi pubblicate tra virgolette sul quotidiano La Repubblica – cronaca cittadina, secondo cui ‘..a Torino non esiste la serenità necessaria per perseguire la verità e la giustizia’. Sono infatti dichiarazioni che si commentano da sé”.

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