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Caldara e Criscito: “Pronti a raccogliere la sfida”

Il primo proviene dall`Under 21 e ha avuto il primo approccio con la Nazionale maggiore in occasione di uno stage per giovani emergenti, l`altro ritorna circa venti mesi dopo le ultime convocazioni – senza scendere in campo – legate alle due gare che l`Italia di Ventura ha giocato nell`ottobre 2016 contro Spagna e Macedonia. L`anno in cui Mattia Caldara, dopo aver compiuto tutta la trafila nelle giovanili azzurre, esordiva con la maglia dell`Under 21, Domenico Criscito aveva già compiuto una buona parte del suo percorso iniziato nel 2009 con l`esordio nell`Italia di Lippi a ventidue anni, prima di essere convocato per il Mondiale 2010 in Sudafrica. Sono loro i protagonisti dei oggi al secondo giorno di raduno a Coverciano; esperienze diverse, ma soprattutto ambizioni differenti. “Lo scorso anno – inizia a raccontare Caldara come riporta il sito della Figc – ho avuto la fortuna di fare l’Europeo con Under 21. Ci sono molti giocatori che hanno fatto parte di quel gruppo e ora sono in Nazionale, siamo molti giovani e sappiamo di dover fare il massimo per far tornare l’Italia dove merita. E abbiamo voglia di dimostrare che ce la possiamo fare”.

Tre amichevoli, con Arabia Saudita, Francia e Olanda, tanto per farsi conoscere e magari ritagliarsi uno spazio per il futuro: “Mancini – prosegue Caldara – ci ha già fatto capire i suoi concetti principali, sono diversi da quelli di Gasperini e devo impararli velocemente. Vuole molta presenza in zona palla, chiede di restare stretti e corti, ci vuole aggressivi”. Nel giorno in cui una vera leggenda del calcio, Gaetano Scirea, avrebbe compiuto 65 anni, scatta il paragone; ma Caldara è un ragazzo umile e replica: “Parliamo di un mostro sacro, di un giocatore di un’altra categoria, io non posso neppure confrontarmi con lui. Mi aspetta una sfida difficile in Nazionale, ma anche con la Juventus: mi sento pronto, non ho tempo di sbagliare”. Il ritorno di Domenico Criscito in Nazionale si mischia involontariamente con un passato che il giocatore fatica a dimenticare: l`esclusione dal gruppo azzurro avvenuta sei anni fa per le accuse legate al calcioscommesse dalle quali è stato poi prosciolto.

“Sono sincero – ammette – ogni volta che metto piede qui, mi assale un brutto ricordo, cose che fanno parte della vita e che comunque mi hanno aiutato a crescere. Sono fortunato ad aver avuto accanto persone che mi sono state vicino in quel momento. Adesso dopo sei anni sono qui, molto felice di esserci e con qualche esperienza e partita europea in più. Certo è una cicatrice e le cicatrici non vanno via. Bisogna però guardare avanti”. Mancini lo ha voluto in Nazionale, dopo averlo allenato a San Pietroburgo. “Sa quello che posso dare, mi ha fatto capitano allo Zenit, e devo dire grazie a lui per il mio ritorno in azzurro. Ma ora sta a me dimostrare di potercela fare. E` un grande allenatore che ha vinto tanto, è l’uomo giusto per ripartire, è uno che mette la sua grinta e la sua esperienza: penso possa fare bene con la Nazionale. Dopo l’esclusione dai Mondiali è dura ripartire, ma il gruppo è forte e sono fiducioso, l`entusiasmo non ci manca”.

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