Politica

Calenda: serve riformismo pragmatico, no dialogo con M5s e Fdi

Azione diventa partito ed è pronta a un dialogo con tutti (tranne che con M5s e Fdi) per costruire, da una posizione liberal-socialista, un’Italia migliore e più moderna. Questa mattina, al Palazzo dei Congressi di Roma, si è aperto il primo congresso del movimento, che cambia struttura ed elegge segretario Carlo Calenda. “Oggi non ci vuole un centro nel senso deteriore di un centrismo ma ci vuole una terza area politica, che sia l’area del riformismo pragmatico, di un modo di fare politica serio e responsabile che non è ostaggio dei 5stelle da un lato e dei sovranisti dall’altro. Questo è quello che Azione si propone di costruire, ovviamente tenendo aperta la porta a chi vuole partecipare”, la linea tracciata dall’ex ministro dello Sviluppo economico, che vuole “interlocutori” in tutti coloro che puntano a cambiare e modernizzare il Paese. Non a caso i lavori, stamani, sono stati aperti da esponenti di quasi tutte le forze politiche: il segretario del Pd Enrico Letta, il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, quello della Salute Roberto Speranza, il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani, il presidente di Iv Ettore Rosato, il co-fondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova.

Da tutti, con toni differenti, la volontà di ricercare un dialogo, a partire dal leader Dem, che alla platea assicura: “Insieme vinceremo le elezioni politiche del 2023”. Calenda incassa l’apprezzamento di tutti e assicura che “il Pd rimane un interlocutore e anche Italia Viva. Poi Forza Italia e perfino una parte della Lega, quella di Giorgetti”. Porta sbarrata, invece, per Giorgia Meloni e i grillini. “Siamo per il dialogo ma il dialogo non è accettazione di qualsiasi controparte: non dialoghiamo e non accettiamo il confronto con M5s e Fdi. E’ una scelta netta e definita, perchè il dialogo si fa a partire dai valori comuni. Qualunque sistema elettorale ci sia noi con sovranisti e populisti non andremo alleati”. Da parte sua, Azione non è né di centro, né di sinistra, né di destra, almeno per come si intendono in Italia.

“Facciamo riferimento – ha precisato – a un partito che si chiamava Partito di Azione, che era un partito liberal-socialista. Il liberal-socialismo è il pensiero che cerca di mettere insieme due fattori determinanti: la potenza della libertà individuale” che trova un limite “nella società in cui opera: se la società si frattura e si spacca non si sente più comunità e anche lo sforzo dell’individuo decade”. Tra le priorità indicate dal leader, c’è la scuola perchè “siamo diventati il Paese più ignorante d`Europa, questo è un disastro culturale e di civiltà. Finché non lo risolveremo la democrazia sarà a rischio”. Già nei prossimi giorni Calenda partirà per un tour nel Paese (“Italia sul serio”) che durerà più di un anno. L’orizzonte sono le elezioni politiche, con i passaggi intermedi delle amministrative, a cui Azione si presenterà da sola dove possibile. Poi se +Europa è al momento l’unico ‘partner’ stabile, saranno possibili anche alleanze con il Pd ma comunque, lo ribadisce a Letta, mai insieme al M5s.

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