Politica

Cambi di “casacca”, al Senato testo base. Camera attende confronto

A che punto è la riforma dei regolamenti parlamentari resasi necessaria dopo il taglio dei parlamentari? Al Senato il 18 gennaio scorso è stato adottato un testo base frutto del lavoro di un comitato ristretto con tutti i rappresentanti dei gruppi parlamentari. A breve, dicono i membri del comitato, verrà convocata la Giunta con l’obiettivo di concludere l’iter entro marzo con il passaggio in Aula. Alla Camera invece di testi ancora non se ne vedono in forma ufficiale in attesa di un confronto con Palazzo Madama sul tema della composizione e del numero delle commissioni parlamentari.

Con il taglio del numero dei parlamentari, infatti, il Senato sarà composto di soli 200 senatori e deve ridurre il numero delle commissioni, attualmente 14. La Camera invece non ha la stessa esigenza perché avrà comunque 400 deputati. Il tema più “caldo” però riguarda le norme antitrasformismo, su cui il Pd ha per primo ha avanzato un proposta per “punire” i cambi di casacca. Per ora non c’è una soluzione definitiva si parla di una forma di disincentivazione ai cambi di gruppo togliendo il vantaggio del portarsi dietro la dotazione economica. Ferma restando però la libertà dei parlamentari di cambiare gruppo per ragioni politiche, ossia se c’è una scissione o una fusione. Nel testo già pronto per la Giunta al Senato, che ovviamente potrà essere confermato o totalmente modificato, si legge che “è ammessa la costituzione di Gruppi che rappresentino un partito o un movimento politico che nella legislatura abbia presentato alle elezioni politiche, regionali o del Parlamento europeo propri candidati conseguendo l’elezione di propri rappresentanti, a condizione che sia costituito da non meno di dieci componenti e che abbia la medesima denominazione del partito o movimento politico rappresentato”.

E invece sul fronte dei contributi si stabilisce che “le variazioni nella consistenza numerica dei Gruppi parlamentari, derivanti dall’adesione di senatori provenienti da altri Gruppi o precedentemente non iscritti, non determinano rimodulazioni nell’importo del contributo di cui al primo periodo. Tale importo è soggetto a rimodulazione nel solo caso di riduzione della consistenza numerica del Gruppo”. “Con Baldelli abbiamo presentato un testo di sintesi al Presidente Fico – dice Emanuele Fiano relatore insieme al collega di Fi – aspettiamo che convochi una riunione con i relatori del Senato per ottimizzare le due riforme e per avere simmetria nelle commissioni. Poi ci sarà una convocazione della Giunta per il Regolamento che dovrà esaminare il testo che alla fine andrà al vaglio dell’Aula”. 

Baldelli fa sapere anche di avere “presentato una pdl sostenuta da quasi tutti i gruppi parlamentari sulla riduzione dei componenti delle commissioni bicamerali e dei comitati bicamerali. Ad esempio – spiega – la Vigilanza non può essere più composta da 40 parlamentari ma magari da 30. La verità – aggiunge – è che questa riduzione del numero dei parlamentari è un pasticcio gigantesco e ora siamo costretti a metterci una pezza. Ha messo a repentaglio sia la rappresentatività che la funzionalità delle istituzioni, ma chi ha proposto di farlo passare promettendo correttivi ha disatteso le promesse. E ora siamo chiamati a mettere una toppa a questo buco”. Infine sulla proposta di una sessione parlamentare sulle riforme avanzata dal Pd l’esponente di Fi osserva che “se ci fosse la volontà si potrebbe istituire un’assemblea elettiva di revisione costituzionale in cui far partire davvero il cantiere delle riforme nel ’23”.

Pubblicato da
redazione