Il suo ruolo di “costruttore”, ma soprattutto “lo stile” e la “dignità” con cui ha affrontato l’ultima fase della sua vita politica. La commemorazione di Arnaldo Forlani alla Camera (aperta dalle parole del presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana, che ne ha ricordato “la capacità di dialogo” e “la sua grande apertura al confronto” che “hanno caratterizzato tutta la sua azione politica”) si è dipanata lungo questi aggettivi ricorrenti. Gianfranco Rotondi, a lungo nella Dc e oggi deputato di Fratelli d’Italia, ha voluto innanzitutto ringraziare il governo “che ha voluto il lutto nazionale perché con questo gesto – ha spiegato – abbiamo restituito Forlani allo Stato. Lo statista che è stato è stato riconosciuto tale con sentimento unanime del Paese”.
Per Ettore Rosato, esponente di Italia Viva, “Forlani era un costruttore, un politico prudente e preparato” che dopo le inchieste di Tangentopoli “accettò la condanna e le critiche con decoroso silenzio, assumendosi una responsabilità oggettiva che non va confusa con la responsabilità penale”. Secondo Bruno Tabacci (Pd), Forlani è “stato il leader Dc che meglio ha interpretato i cromosomi del suo partito, aderendovi anche nello stile, nella postura”. Con l’inchiesta di Tangentopoli, ha ricordato Tabacci, Forlani “pagò il prezzo del suo ruolo ma affrontò la drammatica situazione con la dignità di un uomo che sceglie di difendersi nei processi e non dai processi”.
Un tributo allo stile di Forlani è arrivato anche da Luana Zanella (Avs): “Con i suoi silenzi prolungati, assurti quasi a metodo per non dire ciò che poteva essere imbarazzante per alleati e amici, guidò la Dc in anni tormentati per la Repubblica. Riconosciamo a Forlani – ha detto la capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera – l’onore di essersi assunto le responsabilità anche in quella sua ultima fase politica, uscendo di scena con sofferenza e grande dignità. Una differenza di stile” rispetto ad altri protagonisti politici, “che noi onoriamo”.
Per Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, “Forlani fu un protagonista assoluto non della Prima Repubblica, ma della nostra Repubblica, senza aggettivazione numerica. Lo è stato e lo è ancora oggi per lo stile che lo ha contraddistinto. Ha mostrato con la sua vita politica che moderazione è una posizione forte, che non ha bisogno di alzare i toni. Forlani è stato un grande interprete di questa tradizione culturale e politica di cui abbiamo ancora oggi bisogno”, ha concluso Lupi.