Come ad ogni fine anno, torna il rischio ingorgo alle Camere tra decreti da convertire e legge di Bilancio. In realta’, non e’ una novita’ il tour de force dei lavori parlamentari a ridosso delle festivita’ natalizie, tanto piu’ con la scadenza inderogabile della manovra che va approvata in via definitiva entro il 31 dicembre. Ogni anno, infatti, Camera e Senato si trovano a dover lavorare a ritmi serrati. E quest’anno non rappresentera’ l’eccezione alla regola. I due rami del Parlamento, nel giro di poco piu’ di un mese, vale a dire circa una ventina di sedute dell’Aula al massimo, dovranno convertire in legge almeno 4 decreti (fiscale, sisma, clima, scuola) piu’ la manovra. Tanto che tra deputati e senatori si da’ gia’ per scontato un “massiccio” ricorso alla fiducia, anche se fonti di maggioranza assicurano che il “governo fara’ di tutto per garantire un tempo adeguato al dibattito senza forzature”. Ma la preoccupazione di governo e maggioranza del rischio ingorgo c’e’, e ne e’ conferma il vertice della scorsa settimana convocato dal premier a palazzo Chigi proprio per serrare le fila (soprattutto in vista dell’esame della manovra) e blindare il percorso parlamentare dei testi dei provvedimenti evitando l’assalto alla diligenza (che poi pero’ puntualmente si e’ verificato con una marea di emendamenti).
Il tema e’ stato affrontato anche in sede di Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, alla luce dei vari rinvii di alcuni provvedimenti che si sono verificati nei giorni scorsi alla Camera. Sono slittati, ad esempio, la pdl sul bullismo e il decreto Sisma per sbloccare la ricostruzione, con tanto di protesta delle opposizioni. Sulla questione e’ intervenuto il presidente della Camera, Roberto Fico, che – viene riferito – ha rivolto un appello a tutti i gruppi. L’Aula deve avere tempo e spazio per discutere il decreto fiscale prima e la manovra dopo, e’ il senso del messaggio rivolto da Fico sia al governo che ai partiti di maggioranza e opposizione in occasione della capigruppo. Il governo ha subito recepito e accolto la richiesta: sempre in capigruppo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca’, ha infatti assicurato che Camera e Senato saranno messe nelle condizioni di lavorare in maniera idonea, garantendo tempi adeguati per il dibattito. Calendario alla mano, queste le tappe ‘forzate’ di Camera e Senato da qui alla fine dell’anno:
– DL FISCO: ancora all’esame della commissione Finanze della Camera, il decreto – su cui ‘pesano’ oltre 900 emendamenti, poi ridotti a circa 700 – era atteso in Aula per la prima lettura lunedi’, 25 novembre, ma la capigruppo di Montecitorio ha deciso di ‘concedere’ ulteriore tempo. L’esame in Aula iniziera’ da lunedi’ 2 dicembre, le votazioni nei giorni a seguire e gia’ si parla di fiducia per evitare una nuova valanga di emendamenti in Aula e possibili incidenti di percorso, visto che all’interno della stessa maggioranza non tutti i nodi sono ancora stati sciolti. Il decreto dovra’ poi passare all’esame del Senato: in Aula a palazzo Madama dovrebbe approdare non prima della meta’ di dicembre e la maggioranza punta a fare due sole letture.
– MANOVRA: la legge di Bilancio e’ all’esame del Senato, ancora in commissione, dove sono stati presentati circa 4.500 emendamenti (anche se si punta a ridurli almeno a 700). L’esame in Aula dovrebbe iniziare il 3 dicembre (ma e’ possibile uno slittamento di alcuni giorni). Scontate le modifiche al testo. Dopodiche’ la manovra passera’ alla Camera, dove non iniziera’ l’esame dell’Aula in seconda lettura prima della meta’ di dicembre. Anche in questo caso non sono escluse modifiche al testo, cosi’ da rendere inevitabile una terza lettura al Senato. Fonti di maggioranza ipotizzano il via libera definitivo dopo Natale, tra il 27 e il 28 dicembre.
– DECRETO CLIMA: all’esame del Senato – dovrebbe essere licenziato in prima lettura entro la settimana, con modifiche al testo – il decreto deve essere convertito in legge entro il 15 dicembre. Ma deve passare all’esame della Camera, dove potra’ approdare in Aula dopo il decreto, quindi intorno al 9 dicembre.
– DECRETO SISMA: è in prima lettura, deve andare al Senato e scade prima di Natale. Al Senato dovrebbe andare in Aula ad inizio dicembre, subito dopo la manovra, quindi non prima del 10.
– DECRETO SCUOLA: da convertire entro il mese di dicembre, pena la sua decadenza, e’ all’esame in commissione a Montecitorio in prima lettura. Nei giorni scorsi è approdato in Aula lunedi’, ma l’esame entrera’ nel vivo solo dopo l’approvazione del decreto Sisma. Poi dovra’ passare al Senato. L’esame a palazzo Madama potrebbe ricadere a ridosso di Natale, sempre che tutto fili liscio – come del resto per gli altri decreti – e non si debba procedere a terze letture.