E’ campagna d’odio, Bersani nel mirino. Renzi paragonato a Mussolini: “Mi detestano”
REFERENDUM Proteste in varie città d’Italia. A Palermo agenti hanno dovuto fronteggiare i manifestanti con manganelli, a Trapani il premier e’ dovuto entrare da un ingresso secondario
Si incendia sempre di piu’ la campagna sul referendum. Dal fronte del no “e’ in atto una campagna d’odio”, denunciano i renziani. Viene ricordato come spesso i manifesti vengano strappati, come i volontari a volte vengano aggrediti – “e’ successo anche a Bologna”, sottolinea un esponente dem – e anche sui social “chi si esprime per il si’ e’ insultato, ha quasi paura ad appoggiare la riforma”. Per di piu’ – questa la tesi – nei confronti di Renzi continuano le aggressioni, “non vogliono confrontarsi nel merito”. A Palermo gli agenti hanno dovuto fronteggiare i manifestanti con i manganelli, al teatro ‘Ariston’ a Trapani porte sbarrate e poi divelte da un gruppo di contestatori, il premier e’ dovuto entrare da un ingresso secondario, a Roma durante la manifestazione – osserva un altro parlamentare Pd – il presidente del Consiglio e’ stato paragonato a Mussolini. Renzi concludendo il suo ‘tour’ in Sicilia ci ha scherzato anche su: “A chi ci insulta dobbiamo volergli bene per la vita terribile che trascorrono, passano il tempo a lamentarsi degli altri”.
Ma lui stesso non ha nascosto di essere oggetto di pesanti attacchi: “Ci sono persone che mi detestano, non mi sopportano”. La questione – ha sottolineato – “non e’ se Renzi mi sta simpatico o antipatico o se sono ingrassato”, in ballo “c’e’ un voto che segnera’ l’Italia per i prossimi anni”. Clima sempre piu’ rovente quindi. “Sembra di assistere quasi agli anni Settanta”, e’ il paragone che viene fatto anche da un altro renziano. E nel Pd si punta il dito anche su Bersani: “abbiamo bisogno di unirci, dobbiamo farlo”, premette Orfini, “e’ con i contenuti che si vince”. Ma il presidente dem considera “incendiari” gli affondi dell’ex segretario per il quale la favola del Pd al 40% “e’ terminata” ed e’ inutile il lavoro della Commissione sull’Italicum. “Per chi tifa?”, si chiede Orfini. La verita’ – spiega un ‘big’ Pd – e’ che Bersani vuole sabotare questa campagna elettorale, e’ interessato solo alla sua ditta, non al Paese”. Sullo sfondo e’ gia’ partita la campagna per il congresso con i bersaniani che chiedono che a eleggere il segretario siano chiamati solo gli iscritti. “Non se ne parla, nessun ritorno al passato”, dice il renziano Marcucci.
La settimana prossima Renzi dovra’ scegliere fino a quale punto il partito e’ disposto a spingersi per modificare la legge elettorale. L’orientamento e’ quello di mettere nero su bianco la disponibilita’ a cambiare il sistema di voto, con l’obiettivo di virare sul premio alla coalizione dopo il 4 dicembre, ma senza incardinare alcuna proposta prima del referendum. Renzi ha ribadito ai suoi la necessita’ di restare nel merito della riforma ma anche in Sicilia ha sottolineato come chi e’ sulle barricate contro il pacchetto costituzionale – da “D’Alema, Monti, Fini, Berlusconi, Pomicino” – spinge soltanto per “riprendersi il governo”. “Questa riforma servira’ a dire che anche in Europa servono le riforme strutturali. Noi – ha detto ancora – vogliamo il futuro, non vogliamo il passato: non vogliamo le stesse persone che negli ultimi 30 anni non hanno cambiato nulla. Ora o mai piu’, non fatevi fregare”. Renzi ammette ancora: “Ho caricato troppo, ho sbagliato anch’io”. Intanto il fronte del Si’ accelera sulla campagna elettorale. Nel week end e’ partito un ‘porta a porta’ per convincere gli indecisi, in settimana partiranno nuovi spot nelle tv regionali, dal “senza la riforma non si cambia nulla”, al messaggio sul “ping pong” del bicameralismo paritario, con due giocatori che simuleranno un incontro con la pallina che va da una parte e dall’altro, come l’iter – questo il leitmotiv – delle leggi che passano dalla Camera al Senato.
“Fermiamo questa partita, rinnoviamo l’Italia”, questo lo slogan. Al Nazareno si lavora alla manifestazione del 29 ottobre, con l’obiettivo di riempire piazza del Popolo a Roma, mentre sui social ripartiranno anche le dirette facebook con alcuni testimonial – il primo e’ Veronesi – che faranno un endorsment sulle riforme. Il comitato ‘Basta un si’ oggi ha rilanciato la figura di Montanelli, attirandosi le ira dell’opposizione. Oggi e’ sceso in piazza il ‘Coordinamento del no’a Roma, “siamo oltre ventimila”, hanno annunciato i promotori. Ed e’ tornato a far sentire la propria voce anche Berlusconi per il quale “solo se vince il no ci sara’ stabilita’ nel Paese, questa e’ l’ultima occasione di Renzi, punta sulla paura in Ue e sui mercati”, mentre per D’Alema “i giovani votano No, votano Si’ solo le persone molto anziane forse anche perche’ hanno maggiore difficolta’ a comprendere questa riforma sbagliata. E’ come per la Brexit: gli anziani non si rendono conto che approvando la riforma renziana si rovina la vita dei nipoti. Spero che i nipoti – ha affermato D’Alema – facciano in tempo a farglielo capire”. “Riforma sbagliata”, osserva Parisi. Il nuovo Senato? “Non si abolisce e non ci piace”, dice il pentastellato Di Maio. “Renzi via. Si fara’ una legge elettorale migliore Italicum e si andra’ a voto”, rilancia Di Battista. “Se vince il no il governo non cade”, ribadisce pero’ il leader Ap Angelino Alfano.