Con l’orizzonte delle elezioni regionali in Campania che si fa sempre più vicino (previste in autunno), il Partito democratico si trova a dover affrontare una sfida decisiva. Oggi, Vincenzo De Luca, presidente uscente della Regione, ha chiarito la sua ferma intenzione di candidarsi per un terzo mandato, rendendo sempre più difficile un accordo tra le forze politiche di centrosinistra. La recente impugnazione della legge regionale da parte del governo, ha acceso i riflettori su una questione cruciale per il futuro politico della regione.
De Luca ha ribadito che non ha intenzione di dimettersi, né di anticipare le elezioni in vista della pronuncia della Corte Costituzionale. “La Campania non è in vendita” ha affermato con determinazione, lanciando un attacco frontale contro le decisioni del governo, che ha definito un’azione mirata contro di lui. Sostenendo che “nulla è cambiato”, il presidente ha sottolineato il suo diritto a partecipare al voto, insistendo che spetta ai cittadini decidere sul futuro della loro regione.
Mentre De Luca rilancia la sua candidatura, il Partito democratico sta accelerando la propria riorganizzazione strategica. I dirigenti dem concordano sulla necessità di formare un’alleanza ampia, coinvolgendo movimenti come il Movimento 5 Stelle e i centristi, nella speranza di evitare una “lista De Luca” che rischierebbe di frammentare i voti e favorire il centrodestra. Un esponente del Nazareno ha espresso, infatti, che la decisione di non consentire un terzo mandato non è solo un principio applicato a De Luca, ma una strategia del partito per tutti i suoi candidati.
Un aspetto chiave che aleggia sull’imminente campagna è rappresentato dalla Corte Costituzionale, la cui sentenza potrebbe arrivare già tra aprile e maggio, prima dell’avvio ufficiale delle elezioni. Qualora la legge campana venisse bocciata, De Luca potrebbe decidere comunque di correre, sostenendo di agire in un contesto di legalità, come indicato da lui stesso.
Nel frattempo, le ripercussioni della questione del terzo mandato si fanno sentire anche nel centrodestra, in particolare in Veneto, dove il governatore Luca Zaia si trova in una situazione simile. La possibilità di una ricandidatura di Zaia potrebbe aprire scenari inediti e complicare ulteriormente l’equilibrio politico nazionale. Ma il vero fardello è sulle spalle del partito di Elly Schlein. Infatti, il Pd dovrà riflettere attentamente su come affrontare una candidatura di De Luca che, se sostenuta da un buon consenso popolare, potrebbe rivelarsi un avversario temibile. La probabilità di una frattura tra lo “sceriffo” e il partito che lo ha sostenuto nei suoi mandati rischia di compromettere gravemente le chance del centrosinistra di mantenere la Regione.
In sostanza, con l’avvicinarsi delle elezioni, sarà fondamentale per il Pd trovare un equilibrio tra l’esigenza di una candidatura unitaria e il riconoscimento del peso politico di De Luca. La grande incognita rimane se le strade del partito e del presidente campano si separeranno o se si potrà raggiungere una sintesi capace di mantenere unita la coalizione. Solo il tempo potrà fornire le risposte.