Campi profughi del Myanmar: omicidi, stupri sulle donne e torture. Guterres: “Mi hanno raccontato atrocità inimmaginabili”
Il Segretario generale dell’Onu: “Un incubo per i diritti umani e umanitari. La comunità internazionale non è stata in grado di fermare tutto questo” video
“Racconti di atrocità inimmaginabili”. Sono le parole usate dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres per descrivere ciò che ha udito durante la sua visita di lunedì 2 luglio 2018 nei campi profughi del Bangladesh dove vivono migliaia di profughi Rohingya, la minoranza etnica musulmana cacciata dal Myanmar con una vera e propria operazione di “pulizia etnica”. Guterres ha chiesto senza mezzi termini che il Myanmar sia ritenuto responsabile di crimini contro i Rohingya.
“Dobbiamo raggiungere un accordo o creare un documento comune con il governo del Myanmar – ha detto – per iniziare a spianare la strada affinché vengano riconosciuti i diritti di queste persone”. “Talvolta la gente tende a dimenticare chi è responsabile di ciò che che è accadutyo – ha concluso Guterres – quindi cerchiamo di essere chiari sulle responsabilità che sono del Myanmar ma è vero anche che la comunità internazionale non è stata in grado di fermare tutto questo”.
Guterres ha descritto la situazione dei Rohingya come “un incubo per i diritti umani e umanitari”, prima di fare visita ai profughi fuggiti dal Myanmar per evitare le atroci violenze di massa dell’esercito, gli omicidi, gli stupri sulle donne, le torture, i villaggi bruciati e rasi al suolo. Un evento che il numero uno delle Nazioni Unite non ha esitato a definire “una delle storie più tragiche in relazione alla violazione sistematica dei diritti umani”.[irp]