Camusso: Def non mi piace, probabile una mobilitazione

Camusso: Def non mi piace, probabile una mobilitazione
La leader della Cgil, Susanna Camusso
7 ottobre 2018

Il Def non piace alla Cgil che potrebbe valutare una mobilitazione contro la manovra. “Il Def non mi piace, ci pare ampiamente contraddittorio perche’ si fonda su un gigantesco condono dell’evasione” e “su una idea di flat tax solo per le partite Iva: non c’e’ una progressivita’ della tassazione” per cui “e’ un colpo a quelli piu’ deboli”, afferma la leader Cgil, Susanna Camusso, dalla marcia della Pace ad Assisi, sottolineando che in questa manovra si “rinuncia ad utilizzare la leva fiscale come una leva di redistribuzione” e anche se “va bene” una politica per aiutare i redditi piu’ bassi, “non vediamo investimenti, non vediamo lavoro”. E per domani e’ prevista una riunione con Cisl e Uil per “dare una valutazione comune sulla manovra”, annuncia Camusso, spiegando che se i provvedimenti non affronteranno i temi del lavoro e degli investimenti “e’ molto probabile che arriveranno forme di mobilitazione”. Sulla manovra e’ di nuovo intervenuto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.

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“Se faccio una manovra per incrementare il deficit senza investimenti, il problema non e’ l’Europa ma siamo noi”, ha spiegato aggiungendo che se la manovra l’avesse fatta lui, “dei 37 miliardi, 18 li avrei messi sullo sviluppo”. Per il leader di Confindustria “sulla crescita il governo si gioca tutta la sua credibilita’”. Infatti “la politica come l’economia si misura dai risultati non dagli obiettivi” e “se tra qualche mese avremo piu’ crescita e occupazione, ha ragione il governo, se non l’avremo su quel risultato il governo dovra’ fare i conti”, sottolinea Boccia che poi spiega: “La premessa di oggi e’ fare delle considerazioni su quella che e’ la manovra che stanno portando avanti. Questa manovra ha due fondamentali: uno e’ il pilastro del contratto di governo, che e’ l’elemento di consenso elettoralistico con pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza. Il secondo, che renderebbe sostenibile il primo, e anche il piano di governo, e’ la crescita”.

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Per cui, afferma Boccia, la domanda da porsi e’: “C’e’ un secondo pilastro all’altezza del primo che rende sostenibile le promesse elettorali”? Boccia non nasconde quindi che tra Confindustria e il vicepremier Luigi Di Maio sia calata un “po’ di freddezza” dopo il dl dignita’. “Con di Maio ho avuto due incontri prima dell’estate: al ministero la prima volta si e’ parlato della situazione dell’industria italiana” e “la seconda volta l’ho visto in occasione della questione Ilva”, ha spiegato Boccia, ma dopo il decreto dignita’ “ne’ io l’ho cercato, ne’ lui mi ha chiamato”.

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