In piena campagna elettorale per le regionali del 2019 in Sardegna, il M5S perde il suo candidato presidente, lanciatissimo dopo l’explola sentenza del tribunaleit del Movimento nell’isola alle ultime politiche. L’ex sindaco di Assemini (Cagliari) Mario Puddu si e’ ritirato dalla corsa dopo la condanna a un anno per abuso d’ufficio pronunciata oggi dal gup del tribunale di Cagliari. “E’ andata male. Sono molto scosso”, ha dichiarato, a caldo, ai cronisti poco dopo la sentenza. “Non me l’aspettavo”.
Il suo legale, Luigi Sanna, che attende le motivazioni entro i prossimi 90 giorni, ha gia’ annunciato ricorso in appello. Poco dopo, pero’, Puddu ha affidato, come sempre, al suo profilo Facebook la decisione di ritirare la candidatura. A un anno e’ stato condannato anche un suo ex collaboratore, l’avvocato Francesco Murtas. “Oggi e’ una giornata triste per me: il Tribunale di Cagliari mi ha condannato per abuso d’ufficio in riferimento ad una vicenda avvenuta quando ero sindaco di Assemini”, scrive l’esponente M5S sulla sua pagina Fb. “La sentenza mi amareggia perche’ io continuo a ritenere di avere fatto il mio dovere, nell’esclusivo interesse dei cittadini. Nonostante la condanna sia di natura ben diversa da quelle cui siamo stati (ahinoi) abituati vedendo in questi anni chi ci amministra e chi ci governa, e’ pero’ fondamentale levare immediatamente da ogni imbarazzo la forza politica che amo e in cui credo fortemente. Per cui, ancora prima e a prescindere dalle regole del Movimento, faccio un passo di lato, ritirando la mia candidatura alla presidenza della Regione. Cio’ mi provoca un grande dispiacere e dolore”.
Puddu, ingegnere, e’ stato il primo sindaco M5S eletto in Sardegna, nel giugno 2013, alla guida del comune di Assemini fino alle ultime amministrative di questa primavera. Ai primi dell’anno Puddu aveva coordinato la campagna elettorale del Movimento per le politiche in Sardegna. Nel tour del candidato leader Luigi Di Maio nell’isola l’allora sindaco era comparso costantemente al suo fianco.
La sua vicenda arriva dopo il caso di Andrea Mura, il velista eletto col M5S alla Camera nel collegio di Cagliari, poi espulso dal movimento dopo alcune dichiarazioni alla stampa sulle sue assenze a Montecitorio. Passato al gruppo Misto, Mura – la cui candidatura era stata sostenuta da Puddu – si e’ poi dimesso da deputato e da qualche giorno e’ di nuovo in mare per partecipare di nuovo alla regata transoceanica ‘Route du Rhum’, accompagnato per un tratto dalla moglie dal figlio nato di recente.
– L’ACCUSA DI ABUSO D’UFFICIO L’ex sindaco aveva chiesto il rito abbreviato. Il gup Roberto Cau ha accolto la richiesta di condanna a un anno di reclusione, avanzata il 10 luglio scorso dal pm Marco Cocco, per abuso d’ufficio per lui e per il suo ex collaboratore, l’avvocato Francesco Murtas. L’accusa ha contestato a Puddu l’attribuzione di due incarichi nella pianta organica del Comune. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, nei mesi successivi al suo insediamento in municipio Puddu, per rivedere l’organico dell’amministrazione, aveva deciso di avvalersi dei suggerimenti di Murtas, legale amministrativista e con un passato vicino al Pd.
Due funzionarie comunali, fra le quali la moglie di Murtas, erano state scelte per ruoli di responsabilita’, a scapito – secondo l’accusa – di una terza che ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento contro l’ex sindaco, cui alle elezioni del giugno scorso e’ subentrata Sabrina Licheri (M5S). Alla ricostruzione dei fatti dell’accusa si sono opposti i difensori dell’ex primo cittadino e del collaboratore, che avevano chiesto l’assoluzione dei due imputati, rimarcando che le funzionarie scelte avevano titoli e competenze idonee a ricoprire i ruoli assegnati. “Riponevamo fiducia nella magistratura”, ha commentato l’avvocato Francesco Marongiu, legale di Adele Solinas, parte civile nel procedimento contro Puddu. “Ci siamo costituiti parte civile per far valere le ragioni della mia assistita, che esprime soddisfazione”.
– UN ESPOSTO E TRE CONSIGLIERE M5S ESPULSE E’ cominciata nel 2015, con un conflitto tutto interno al M5S, la vicenda giudiziaria che oggi ha portato alla condanna di Puddu. Tre consigliere comunali M5s della precedente consiliatura, prima sospese e poi espulse dal Movimento – Rita Piano, Irene Piras e Stefania Frau – avevano accusato l’allora sindaco Puddu di scarsa trasparenza nella gestione del municipio, prima nell’assemblea civica e poi con un esposto alla procura della Repubblica di Cagliari. Le tre elette avevano segnalato un presunto staff occulto, che avrebbe dato indicazioni alla giunta comunale, possibili conflitti di interesse su collaborazioni e profili professionali e contestato incarichi fiduciari.
“Venimmo querelate da piu’ parti da simpatizzanti senza arte ne’ parte e dall’avvocato dello staff del sindaco”, ricorda Rita Piano sul suo profilo Fb. “Il pubblico ministero trovo’ gia’ allora infondate le basi della querela”, poi definitivamente archiviata l’estate scorsa. “Credevamo di poter cambiare le cose, che il M5s ci avrebbe sostenuto nella nostra denuncia e invece siamo state derise, espulse, insultate”, si sfoga Piano. “Ora a 3 anni di distanza, la verita’ viene a galla. Grazie a chi ci ha sempre sostenuto. Giustizia e’ stata fatta”. Quando gli venne notificato l’avviso di conclusione indagini, nell’aprile 2017, l’allora sindaco di Assemini reagi’, ancora una volta su Fb, con sorpresa. “Ritengo di poter dimostrare che non e’ stato commesso alcun reato”, aveva scritto Puddu, “poiche’ ho la certezza che tutto cio che ho fatto da quando sono sindaco l’ho sempre fatto nell’esclusivo interesse della citta’ di Assemini”.
– UNA CANDIDATURA CONTESTATA Dopo la sua vittoria alle ‘regionarie, quest’estate, alcuni attivisti del M5S, che si riconosce nel gruppo ‘Sardegna a 5 Stelle’, avevano lanciato una petizione on line sulla piattaforma change.org per annullare la candidatura di Puddu, risultato il piu’ votato su quattro candidati. Gli erano arrivati 981 voti, contro i 464 raccolti dal docente universitario Luca Piras, i 285 della dirigente regionale Marina Monagheddu e i 74 di Anna Sulis, dipendente dell’Aspal, l’Azienda regionale per le politiche attive del lavoro. “Noi attivisti del Movimento 5 Stelle siamo indignati davanti alla evidente infrazione del nostro codice etico”, avevano rilevato i contestatori interni, con riferimento a un procedimento giudiziario in cui l’ex sindaco era coinvolto per abuso d’ufficio, chiedendogli di ritirarsi. “A nome di tutti gli attivisti chiediamo fermamente e secondo le regole del nostro statuto di revocare la nomina di candidato alla Regione Sardegna, in quando a ottobre Puddu potrebbe essete condannato”. Era stato chiesto un intervento di Luigi Di Maio, a tutela dello statuto del Movimento, anche del garante Beppe Grillo. I timori si sono rivelati fondati oggi, con la sentenza del gup.