A meno di sorprese dell`ultimo minuto, sarà Roberto Rasia dal Polo il candidato sindaco della coalizione del centrodestra a Milano. Che i giochi siano praticamente fatti lo ammettono a microfoni spenti esponenti dei partiti dell`opposizione milanese, anche quelli che, come Fratelli d`Italia e soprattutto Forza Italia, hanno preso finora tempo e snocciolato possibili nomi alternativi, anche se senza troppa convinzione, al posto di approvare la candidatura del direttore della comunicazione del Gruppo Pellegrini; via libera che però potrebbe arrivare nei prossimi giorni per “mancanza di alternative concrete” – come spiega un esponente centrista – al nome indicato dalla Lega.
In netto ritardo sui tempi per la scelta dello sfidante del sindaco uscente Giuseppe Sala, che ha ufficializzato la sua ricandidatura ben due mesi fa, il leader della Lega Matteo Salvini è corso ai ripari, facendo capire che i nomi dei candidati sindaci di Roma e Milano potrebbero essere rivelati entro il fine settimana. Una “forzatura”, così viene letta la mossa del Capitano nel centrodestra, per costringere gli alleati a prendere finalmente posizione dopo mesi di “ni” sul nome dell`outsider classe 1974 di area cattolica. E dare finalmente il calcio d’inizio ad una campagna elettorale a tappeto per ridurre il divario di notorietà tra il sindaco uscente Sala e Rasia, sconosciuto a gran parte del pubblico. “Il tempo è scaduto”, osserva un consigliere comunale milanese di lungo corso, che sottolinea come nel 2016 la candidatura di Stefano Parisi – che finì sconfitto al ballottaggio con Sala – fu ufficializzata altrettanto tardi, il 10 febbraio.
Che la scelta leghista sarebbe caduta su una figura come quella di Rasia, pur non esplicitata, era stato anticipato già alla vigilia di Natale dallo stesso Salvini. Il primo esempio concreto del nuovo intendimento salviniano di “allargamento” degli orizzonti leghisti, con l`apertura alla cosiddetta “società civile”. “Ci sono tante persone, ma io una persona ce l’ho, non un politico ma uno vicino al volontariato. È il momento in cui i partiti devono fare un passo indietro”, aveva detto il leader leghista. Una scelta a cui si è arrivati dopo un anno in cui la Lega, in quanto primo partito della coalizione, ha rivendicato il diritto di proporre il nome del candidato sindaco. Un figura che, secondo la nuova strategia leghista di “apertura”, potesse consentire di uscire “dal bacino elettorale tradizionale dei singoli componenti della coalizione”. Da qui la scelta di Rasia, suggerita da uno dei principali collaboratori di Salvini, Stefano Bolognini, e condivisa dal leader leghista.
Poco conosciuto dal grande pubblico, Roberto Rasia dal Polo si definisce sul suo sito Internet giornalista, scrittore e dirigente d`azienda. Esponente della società civile, viene descritto come un uomo moderato e buon comunicatore. Attorno a lui si stanno già muovendo possibili liste di sostegno, come quella che potrebbe nascere dall`Associazione Sintesi politica, nata recentemente su iniziativa di alcune figure del mondo politico, imprenditoriale e professionale cattolico di Milano. Sarebbe pronta ad appoggiare un candidato come Rasia anche l`area civica costituita dalla recente alleanza “Polo di Milano-Milano ideale”.
Rasia è pronto: “Spero che i leader del centrodestra facciano presto a scegliere un candidato per Milano”, ha detto Rasia in occasione della presentazione dell`associazione. “Hho ribadito la mia disponibilità. In politica servono toni diversi: buon senso, concretezza, moderazione, rispetto delle nostre radici cristiano-cattoliche”. Nei primi incontri con gli esponenti dei singoli partiti dello schieramento Rasia sembra aver abbastanza convinto i suoi possibili futuri sostenitori. Che però sono consapevoli dei suoi punti di debolezza elettorale: “Nulla da dire sulla persona: è preparato, buon comunicatore, si presenta bene. Ma non è conosciuto. E di fronte a Sala, che è già in campagna elettorale ed è sindaco uscente, Rasia non è che un outsider. Con tutti i relativi vantaggi e svantaggi”, viene sottolineato.
La partita però non è ancora chiusa. Se da un lato Fratelli d`Italia ha deciso di rinunciare a rivendicazioni o veti perché sul tavolo nazionale di confronto sulle candidature punta più su altri territori, in Forza Italia viene ripetuto che, allo stato attuale, esiste una rosa di nomi, “tutte persone di qualità – dicono al partito – come Maurizio Lupi, Simone Crolla, Luigi Santa Maria e Federica Olivares che – viene sottolineato – è l`unica donna in lizza, una figura manageriale, in un centrodestra che si è concentrato solo su nomi maschili”. Al momento – dice la fonte di Forza Italia, che non vuole essere citata – gli alleati e i leader non hanno ancora deciso anche se – ammette – la candidatura di Rasia è forte. E` un comunicatore, scalpita. Ed è, come gli altri della rosa, persona meritevole”.
Forza Italia non esprime ancora, quindi, una posizione netta su Rasia. Il perché tenta di spiegarlo un consigliere comunale di centrodestra: “Forza Italia vuole dire la sua. Non dà il via libera senza una contropartita. Ma mentre a dicembre poteva permetterselo, ora è più con le spalle al muro – spiega – più il tempo passa e più un no a Rasia si può giustificare solo con la proposta di un nome forte, ma questo nome, al momento, non sembra esserci. E ormai giorno dopo giorno la sua candidatura è sempre più probabile”. In altre parole, lo stallo finora si spiega per lo più con motivi di natura negoziale viste le altre questioni elettorali in sospeso sullo stesso tavolo romano. Ma appena si sblocca la situazione – e il detonatore potrebbe essere la scadenza annunciata da Salvini, “difficilmente qualcuno avrà da dire sulla candidatura”, viene spiegato.
In ogni caso, la scelta – a quanto viene sussurrato lontano dai registratori – non entusiasma una parte degli alleati. Non solo per la scarsa notorietà del personaggio e per il breve tempo a disposizione per farlo conoscere da qui alle elezioni. Ma per un profilo, che – soprattutto alla componente di Fratelli d`Italia – non sembra incarnare pienamente i valori del centrodestra, anche per la visione inclusiva dell`immigrazione che Rasia ha mostrato. “Per vincere – dice un consigliere dei più scettici – ci vorrebbe un big, come un Maroni o un Albertini. Ma dove lo troviamo uno così? D`altra parte, chi si va a mettere contro Sala in queste condizioni? La campagna elettorale sarà troppo breve, e nessuno ha voglia di prendere una bastonata”. askanews