Circa 57.500 firme certificate nei sei mesi previsti dalla legge, diecimila in più lungo tutta la durata della campagna: sono i numeri della proposta di legge di iniziativa popolare “Legalizziamo” per “la cannabis legale e la decriminalizzazione dell’uso personale di tutte le sostanze”, depositata oggi, alla Camera. Promotori i Radicali italiani, l’Associazione Luca Coscioni, una galassia di gruppi antiproibizionisti ed esponenti politici del Pd, di Sinistra Italiana, Movimento 5 stelle e liste civiche locali. Obiettivo dell’iniziativa spostare il dibattito suscitato dalla proposta parlamentare dell’intergruppo sulla cannabis: in particolare, attraverso l’adozione di una liberalizzazione del consumo personale di tutte le sostanze “sul modello della legislazione portoghese” (accompagnata dalla liberazione di tutti i detenuti per le condotte non più sanzionabili). Per quanto riguarda la cannabis (per i maggiorenni), la pdl propone un ventaglio di regole nuove. “Prevede tra l’altro – si legge nel volantino di presentazione distribuito nel corso di un sit-in in piazza Montecitorio – la libertà di auto-coltivazione individuale o associata in ‘cannabis social club’, pratiche semplificate per la produzione commerciale, il più ampio accesso possibile alla cannabis terapeutica, l’allocazione delle entrate ad attività informative e sociali”.
Nel corso del sit-in, condotto dal rappresentante della campagna Legalizziamo, l’ex senatore radicale Marco Perduca, sono intervenuti fra gli altri il senatore Pd Luigi Manconi, il presidente dell’Associazione Coscioni Marco Cappato, il segretario di Radicali italiani Riccardo Magi. Presente anche il leader di Possibile Pippo Civati: “Speriamo – ha spiegato – in una scelta di maturità della politica. Gasparri che critica la fiction Rai con il poliziotto Schiavone che si fa le canne è un ipocrita. Si tratta di un consumo che riguarda milioni di persone, perfino Nardella ha detto di averla provata. In Parlamento siamo metà e metà, la legge può passare ma dipende come si mettono Renzi e la sua maggioranza. Magari se il presidente del Consiglio ci facesse sapere che ne pensa sarebbe una cosa civile…”. Assente per un impegno concomitante, il sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova ha diffuso una nota, nella quale ha ricordato che contemporaneamente all’elezione di Donald Trump alla presidenza, in quattro Stati degli Usa, “tra cui la California, passavano i referendum per legalizzare la cannabis a uso ricreativo: un americano su 5 ormai vive in Stati dove la cannabis è legale. E’ un cambio di paradigma: la battaglia per cannabis legale non è più una aspirazione ma una misura di buon governo. Una misura pragmatica di libertà, responsabilità, di giustizia e di buona sanità”. Parlando a margine del sit in Riccardo Magi ha rilanciato dal canto suo la campagna per la semplificazione delle raccolte di firme popolari: “La legge è del ’70 ed è costruita per consentire di lanciare questo genere di iniziative, come pure i referendum, solo ai grandi partiti, che hanno molti consiglieri negli enti locali che possono fare da autenticatori o ai grandi sindacati che hanno risorse per pagarsi degli autenticatori. E’ inutile che Renzi dica che ha allargato le possibilità con la riforma costituzionale: se non tocca la legge ordinaria questo non è vero”.