Economia

“Cannibalismo economico” da cartolarizzazioni e “credit default swap”

Tra i prodotti finanziari, i cosiddetti “derivati”, in particolare le cartolarizzazioni, e i “credit default swap”, sono alla base di un “cannibalismo economico” che provoca ingenti danni a Paesi e a milioni di famiglie, di fronte ad azioni “estremamente immorali” appare quindi “opportuno estendere i divieti, gia’ presenti in alcuni Paesi, per tale tipologia di operativita’, sanzionando con la massima severita’ tali infrazioni”. Lo si legge nel documento vaticano “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones” della Congregazione per la Dottrina della Fede e il dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale. “Alcuni prodotti finanziari, fra cui i cosiddetti ‘derivati’, sono stati creati – ricorda il documento – allo scopo di garantire un’assicurazione sui rischi inerenti a determinate operazioni, spesso contenenti anche una scommessa effettuata sulla base del valore presunto attribuito a quei rischi. Alla base di tali strumenti finanziari stanno contratti in cui le parti sono ancora in grado di valutare ragionevolmente il rischio fondamentale su cui ci si vuole assicurare. Tuttavia, per alcune tipologie di derivati (in particolare le cosiddette cartolarizzazioni o securitizations) si e’ assistito al fatto che a partire dalle strutture originarie, e collegate a investimenti finanziari individuabili, venivano costruite strutture sempre piu’ complesse (cartolarizzazioni di cartolarizzazioni), in cui e’ assai difficile – dopo varie di queste transazioni, quasi impossibile – stabilire in modo ragionevole ed equo il loro valore fondamentale. Cio’ significa che ogni passaggio, nella compravendita di questi titoli, al di la’ del volere delle parti, opera di fatto una distorsione del valore effettivo di quel rischio da cui invece lo strumento dovrebbe tutelare. Tutto questo ha quindi favorito il sorgere di bolle speculative, le quali sono state importanti concause della recente crisi finanziaria”.[irp]

E’ evidente che, sottolinea il documento della Santa Sede, “l’aleatorieta’” di questi prodotti, “li rende sempre meno accettabili dal punto di vista di un’etica rispettosa della verita’ e del bene comune, poiche’ li trasforma in una sorta di ordigni ad orologeria, pronti a deflagrare prima o poi la loro inattendibilita’ economica e a intossicare la sanita’ dei mercati”. Si verifica “una carenza etica che diviene tanto piu’ grave quanto piu’ tali prodotti sono negoziati sui cosiddetti mercati non regolamentati (over the counter) – esposti piu’ dei mercati regolamentati all’azzardo, quando non alla frode – e sottraggono linfa vitale ed investimenti all’economia reale”. Simile valutazione etica puo’ essere effettuata anche nei confronti di quegli utilizzi dei “credit default swap (CDS: i quali sono particolari contratti assicurativi del rischio da fallimento) che permettono di scommettere sul rischio di fallimento di una terza parte anche a chi non ha gia’ assunto in precedenza un rischio di credito, e addirittura di reiterare tali operazioni sul medesimo evento, la qual cosa non e’ assolutamente consentita dai normali patti di assicurazione”.

Il mercato dei CDS, alla vigilia della crisi finanziaria del 2007, “era cosi’ imponente da rappresentare all’incirca l’equivalente dell’intero PIL mondiale. Il diffondersi senza adeguati limiti di tale tipo di contratti, ha favorito il crescere di una finanza dell’azzardo e della scommessa sul fallimento altrui, che rappresenta una fattispecie inaccettabile dal punto di vista etico. Infatti l’operativita’ in acquisto di tali strumenti, da parte di chi non ha alcun rischio di credito gia’ in essere, costituisce un singolare caso in cui dei soggetti iniziano a nutrire interesse per la rovina di altre entita’ economiche, e possono addirittura indursi ad operare in tal senso”. “E’ evidente che – continua il documento vaticano – tale possibilita’, se da una parte configura un evento particolarmente riprovevole sotto il profilo morale, poiche’ chi agisce lo fa in vista di una sorta di cannibalismo economico, dall’altra finisce per minare quella necessaria fiducia di base senza cui il circuito economico finirebbe per bloccarsi. Anche in questo caso, possiamo rilevare come un evento negativo dal punto di vista etico, diviene nocivo anche per la sana funzionalita’ del sistema economico”.[irp]

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redazione