C’è poi il capitolo del rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, fermo dal 2008. Solo per recuperare l’inflazione servono circa 1,2 miliardi di euro rispetto ai 300 milioni già stanziati. Il premier ha poi annunciato un intervento a favore del popolo delle partite Iva con un bonus contributivo per gli autonomi da circa mille euro. Sul fronte degli stimoli per dare vigore alla crescita diverse le misure allo studio, tra la conferma di quelle già in vigore e l’introduzione di nuovi interventi come il piano per Industria 4.0. Certamente verrà rivista la composizione delle varie misure. Il ministro Padoan ha indicato che le risorse disponibili saranno mirate per favorire la crescita. Il premier ha annunciato la conferma e il possibile rafforzamento del super ammortamento al 140% introdotto nell’ultima stabilità. Si parla di un innalzamento al 160% o addirittura al 200% con un onere per le casse dello Stato superiore a un miliardo nella seconda ipotesi. Il governo ha confermato la volontà di rafforzare la detassazione del salario di produttività, venendo incontro alle richieste di Confindustria e di gran parte del sindacato. La misura in vigore riguarda 2.500 euro l’anno fino a redditi entro i 50mila euro. Il rafforzamento della misura potrebbe arrivare fino a 5mila euro per redditi entro 70-80mila euro l’anno. Costo della detassazione intorno ai 700 milioni di euro. C’è poi l’esonero contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato.
L’anno scorso la misura è costata oltre 2,2 miliardi ma per il 2016 l’agevolazione è stata ridotta al 40% e per un solo biennio per un costo che dovrebbe sfiorare il miliardo. Tra le ipotesi una nuova riduzione dell’incentivo alle assunzioni, anche se all’interno del Pd non sono pochi coloro che propongono un innalzamento dello sgravio contributivo sulle nuove assunzioni. Nella prossima manovra comparirà inoltre il piano Industria 4.0. Secondo indiscrezioni di stampa il programma prevede risorse pubbliche aggiuntive tra 7 e 10 miliardi spalmabili su otto anni. Renzi e Padoan hanno anche confermato la riduzione dell’aliquota Ires, l’imposta sul reddito delle imprese, dal 27,5% al 24%, un percorso di riduzione avviato già con l’ultima Stabilità. Per garantire la compatibilità degli interventi, sarà rinviata la riduzione dell’Irpef, come ha annunciato ieri il responsabile dell’Economia sottolineando tuttavia che le tasse continuano a scendere e la pressione del fisco è calata di un punto dal 2013. Per le coperture non ci sarà un intervento sulla giungla degli incentivi, come ha assicurato in più occasioni il Premier. Le voci saranno ancora spending review, lotta all’evasione e margini di flessibilità da negoziare con Bruxelles. Padoan ha annunciato una nuova voluntary disclousure dalla quale sono ipotizzabili entrate prossime ai 4 miliardi di euro.