Politica

Caos Afghanistan, continua l’avanzata dei talebani

In Afghanistan altri tre capoluoghi di provincia sono passati sotto il controllo dei talebani, portando a dieci su 34 il conteggio dei centri provinciali conquistati dagli ‘studenti coranici’ sulla scia del ritiro degli Usa. Funzionari afgani citati da Ap hanno dichiarato che anche i capoluoghi delle province di Badakhshan, Baghlan e Farah sono ora nelle mani dei talebani. Intanto, il ministro delle Finanze dell’Afghanistan si è dimesso ed ha lasciato il paese. E’ stato lo stesso Khalid Payenda ad annunciare su Twitter la decisione di rinunciare all’incarico “per motivi personali”, rivendicando peraltro i risultati raggiunti, tra i quali aver licenziato “decine” di funzionari corrotti (“ma ho anche scoperto che licenziare qualche corrotto in un ecosistema complessivamente corrotto non risolve il problema”).

Il suo portavoce, Mohammad Rafi Tabe, ha detto a Bloomberg che il ministro “si è dimesso ed ha lasciato il paese perché l’Afghanistan sta affrontando un calo di introiti” dovuto alla conquista dei posti di dogana da parte dei talebani. Tra gli altri motivi forniti per le dimissioni, “il deterioramento della situazione della sicurezza” e la necessità di andare all’estero per garantire le cure alla moglie malata. Frattanto, Al Jazeera ha riferito che il governo afghano avrebbe offerto alle milizie dei talebani “di condividere parte del potere” dopo che questi ultimi hanno conquistato la decima capitale di provincia nel lasso di una settimana: si tratta di Ghazni, situata 130 chilometri a sud della capitale Kabul. La stessa emittente regionale Al Jazeera, sostiene di averlo appreso da una fonte interna al governo del presidente Ashraf Ghani. Stando a quanto si legge sul sito dell’emittente l’offerta sarebbe stata trasmessa ai miliziani tramite il Qatar, dove da tre giorni si stanno svolgendo dei negoziati tra talebani e governo.

L’obiettivo dell’esecutivo di Ghani sarebbe quello di mettere almeno fine ai combattimenti tra esercito regolare e guerriglieri, che stando ai dati dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), hanno provocato oltre 240mila sfollati in soli quattro mesi. Dagli Usa, il capo della Casa Bianca continua a ripetere che “non mi rammarico della mia decisione” di ritirarsi militarmente dall’Afghanistan. “I leader afghani devono unirsi. Devono combattere per se stessi combattere per la propria nazione”, ha detto Biden. Il presidente Usa ha sottolineato che “in venti anni” gli Usa hanno speso in Afghanistan “trilioni di dollari”, tra morti e feriti hanno perso “migliaia” di vite umane tra i militari. Washington “continua a tenere fede ai propri impegni”, ha detto ancora Biden, in particolare con sostegno militare aereo, pagando gli stipendi, fornendo cibo ed equipaggiamenti. Ma i leader politici afghani devono unirsi e combattere da soli i talebani.

Il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani è volato a Mazar-i-Sharif, città a nord del paese, per raccordarsi con i capi locali mentre i telebani si avvicinano. Mazari-i-Sharif, al confine con il Tagikistan e l’Uzbekistan, è stata a lungo un bastione contro i talebani, e se cadesse per il Governo sarebbe una catastrofe”, spiega la Bbc, che sottolinea come per anni il presidente ha cercato di emarginare i boss locali e ora si rivolge a loro perché è in difficoltà. Ghani, in particolare, ha incontrato il capo uzbeko Abdul Rashid Dostum e il capo tagiko Atta Mohammad Noor. A Kunduz, altra città afghana poco distante, centinaia di soldati si sono arresi ai talebani.

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