La sola ipotesi fa tremare i polsi. Tanto che tutti i parlamentari di Forza Italia interpellati la bocciano senza mezze misure. Eppure, solo il fatto che la voce sia stata in qualche modo messa in giro raffigura bene la situazione di un partito che, privato a breve del suo leader, si interroga a 360 gradi sul proprio futuro.
Di cosa si parla? Della possibilità che dalla metà di aprile, ovvero da quando si saprà in che modo Silvio Berlusconi dovrà scontare la pena per la condanna del processo Mediaset, l’ormai ex Cavaliere sia costretto, suo malgrado, ad abdicare temporaneamente anche dalla carica di presidente di Forza Italia. Un’ipotesi peregrina, secondo lo stato maggiore del partito. Perché nessuno chiederebbe mai un passo indietro del leader indiscusso e, soprattutto, perché sarebbe lui il primo a essere restio: “Berlusconi non lascerà la presidenza – spiega un parlamentare azzurro – perché essere il capo dell’opposizione è in questo momento l’unica cosa che gli resta, l’unica “carica” a cui può ancora attaccarsi per contare qualcosa”. C’è chi, come Gasparri, bolla le voci come “farina del sacco dei soliti inquinatori delle acque”.
Eppure lo statuto di Forza Italia parla chiaro: all’articolo 19 recita che il presidente “dirige il Movimento e lo rappresenta in tutte le sedi istituzionali e politiche. Convoca e presiede il Comitato di Presidenza, il Consiglio Nazionale, e il Congresso Nazionale”. Una serie di “mansioni” che l’ex premier – sia che venga condannato ai domiciliari sia che i giudici accolgano la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali – non sarebbe più in grado di svolgere.
Il punto, però, è un altro. Fermo restando che Berlusconi resterà il solo depositario del vero potere decisionale, se fosse costretto a lasciare – pro tempore – l’incarico ufficiale di presidente, chi farebbe da “supplente”? Un amministratore unico col potere di firma già c’è, ed è Sandro Bondi. Ma la questione resta. Lo statuto prevede che “in caso di dimissioni o impedimento permanente del Presidente, il Comitato di Presidenza convoca immediatamente il Consiglio Nazionale che provvede alla sua sostituzione temporanea per il periodo strettamente necessario per la convocazione del Congresso Nazionale”. Molti di questi questi organi allo stato attuale non sono stati nominati. E finanche la sostituzione del Presidente si trasformerebbe in un problema di difficile soluzione, così come lo sono la gran parte delle decisioni “organizzative”. Berlusconi, per ora, non vuol sentir parlare di organigrammi e il suo pensiero è concentrato solo su quello che accadrà a metà aprile. Per tutto il resto, in Forza Italia regna l’incertezza.