Caos Pd sulle riforme. Boschi alla minoranza: “Votate no al referendum come CasaPound”

Caos Pd sulle riforme. Boschi alla minoranza: “Votate no al referendum come CasaPound”
10 maggio 2016

bersani cuperlo

A volte desiderare a tutti i costi la pace non risolve il problema. C’è chi nasce per litigare e in questo il Pd non è secondo a nessuno. E così tra i Democratici si accende un ennesino scontro. Questa volta, i protagonisti sono Maria Elena Boschi e Gianni Cuperlo. Lo scenario la direzione nazionale del partito al Nazareno. Il premier Matteo Renzi lancia un chiaro appello alla pacificazione interna che però viene puntualmente ignorato dal ministro Boschi e da Cuperlo che si danno battaglia al ritmo di dichiarazioni e repliche. E’ bagarre. Il primo ad attaccare è l’esponente della minoranza: “Ho atteso la smentita di una ministra che, parlando della riforma costituzionale, avrebbe posto il “no” di elementi del Pd sullo stesso piano di Casa Pound”. Immediata la replica della Boschi: “Più volte ho sentito equiparare chi vota ‘sì’ con l’Ala verdiniana. Io mi sono limitata a dire che chi vota ‘no’ vota ‘no’ come CasaPound, una valutazione di fatto reale nella sua banalità”. “Che senso hanno queste parole, che senso ha spingere la polemica sino a ignorare che tra chi sceglierà di dire ‘no’ ci sono i vertici dell’Anpi o undici presidenti emeriti della Consulta?”, replica Cuperlo.

APPELLO DI RENZI Insomma, tira aria di burrasca al Nazareno. E le dichiarazioni profonde, intrise di spiccato senso europeista di Renzi passano in secondo piano o quasi. Il premier parla di Europa nel giorno in cui al Campidoglio si celebra la ricorrenza del Trattato di Roma, anno 1957, il primo segno tangibile di Europa Unita. “È una giornata carica di significato, il pensiero corre alla grande figura di Aldo Moro e alla sua scorta. E’ anche l’anniversario della morte di Peppino Impastato, cui va il nostro commosso ricordo”. Il premier apre i lavori della direzione nazionale con questa dichiarazione. Nel giorno in cui il cancelliere austriaco Faymann fa dietrofront Renzi ricorda le sfide dell’Ue investita dall’onda migratoria. “L’Europa – afferma – continua a inseguire la strada della paura e il Brennero è l’esempio più concreto. Quando hai scommesso su un’Europa che non abbia confini interni, ma a fronte di questo non hai il coraggio di andare avanti appena emerge un piccolo segnale di difficoltà o disagio, ti mostri poco credibile agli occhi della tua gente”. “Se crei fantasmi o credi ai fantasmi creati da altri, chi è più bravo ad alimentare paure e generare mostri, vince sempre”. Renzi lancia una nuova sfida al Pse. “Se vogliamo fare qualcosa di serio come partito socialista europeo, e ci proveremo coinvolgendo a Roma i capi di governo, dobbiamo giocare la carta dell’economia innovativa, dell’immigrazione con una strategia di ampio respiro ma anche affermare che il tema chiave è l’identità culturale, l’educazione e il capitale umano”. Red. Pol. Poi Renzi si rivolge al partito e attacca: “Non chiedo una moratoria delle polemiche. Ma si deve fare uno sforzo per non vergognarsi di ciò che abbiamo fatto in questi anni e di ciò che dobbiamo fare sul territorio. Non voglio sottacere i tanti problemi sul territorio: sono meno di quelli che i media raccontano, più di quelli che dovrebbero esserci”. “C’è un doppiopesismo incredibile e non mi riferisco solo alla Toscana a 5 Stelle o alla Lombardia in camicia verde, chi è garantista con i suoi e giustizialista con gli altri è insopportabile. Noi siamo genuinamente garantisti, non chiediamo dimissioni Nogarin, lui farà le sue valutazioni con il suo consiglio comunale”.

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IL REFERENDUM Il premier spiega che dal 20 maggio al 15 luglio lancerà una mobilitazione permanente. “Quel giorno dovremo presentare le firme per il referendum costituzionale. Sono già presentate da deputati e senatori, formalmente il referendum è già in pista. Ma credo che sia giusto che il Pd faccia quello che stanno facendo anche gli altri: andare piazza per piazza a chiedere comunque ai cittadini di mettere la firma sulla richiesta del referendum e diffondere il più possibile comitati dal basso”. Per il premier si vince uniti. Sono attesi mesi impegnativi in cui si punterà a vincere in ogni città. Si punta al “sì” netto al referendum di autunno. “Mostreremo la nostra forza, se avremo il coraggio di non chiuderci nelle nostre diatribe interne”. Dal giorno dopo, passate le riforme costituzionali, congresso. “Nelle modalità che riterrete. Potrete scegliere l’arma con cui si gioca e ci potremo dire le cose in faccia. Per me è fondamentale l’arma della franchezza”. E se vincerà il no Renzi ne prenderà atto. “Ma se facciamo la riforma attesa da trent’anni allora il virus del populismo che minaccia i Paesi europei, sarà sconfitto”. (foto, Bersani-Cuperlo)

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