Crollo netto o lieve calo? Al momento i primi sondaggi forniscono cifre discordanti sul reale prezzo elettorale che le difficoltà della giunta Raggi farebbero pagare, al livello nazionale, al Movimento Cinque stelle. Secondo un sondaggio di Ixè per Agorà estate, l’intera vicenda che ha sconvolto il Campidoglio ha prodotto un leggero calo di consensi per il movimento di Beppe Grillo, pari allo 0,9%. Durante la stessa fase, il Pd cresce, tuttavia di pochissimo, di appena lo 0,3%. Resta stabile, infine, la fiducia nel governo Renzi a quota 31%. Per il 65% degli italiani, stando ai risultati del sondaggio, la sindaca di Roma Virginia Raggi non dovrebbe dimettersi dopo le vicende legate alla sua giunta. A favore delle sue dimissioni è appena il 21%. Un dato che emerge in modo ancora più netto tra gli elettori del M5S: l’88% si oppone a un suo passo indietro. Il 52% degli italiani ritiene però che vi sia un problema di trasparenza all’interno del M5S, mentre per il 40% il problema non esiste. Tra gli elettori pentastellati le percentuali, anche in questo caso sono diverse: solo per il 24% la trasparenza è poca, mentre per il 67% il problema non esiste. Infine, il 46% degli italiani ritiene che i problemi della giunta Raggi derivino dall’accanimento dei poteri forti. Percentuale che quasi raddoppia (84%) tra gli elettori del Movimento 5 Stelle. Per il 44% degli intervistati, invece, i problemi della sindaca di Roma sono dovuti alla sua incapacità di governare. Totalmente diversa l’analisi del Swg, secondo cui dal primo all’8 settembre, quindi nei giorni in cui è esplosa la vicenda Raggi, l’M5s avrebbe subito un vero crollo pari al 4,4%, passando in una settimana dal 29,5% al 25,1%. Fortissima flessione di cui, comunque, non avrebbe giovato il Pd che, secondo Swg come per Ixè, avanza, ma anche qui di pochissimo, dal 30,4 al 31%. Molto cauto sul presunto disastro dei pentastellati, il sondaggista Nicola Piepoli, secondo cui, al momento, la crisi romana avrebbe effetti “statisticamente ininfluenti”. “Roma – spiega – è la Capitale ma è pur sempre una città, non è l’Italia. Accanto alla Raggi c’è pure la Appendino a Torino, considerata da tanti bravissima. Guai a dimenticarci che il M5s è un movimento nazionale, non locale, e che oggi vale stabilmente il 27,5%. Per verificare seriamente se la crisi abbia prodotto una tendenza negativa stabile dovremo aspettare almeno 2 o 3 mesi. Ma a quanto mi risulta, il 5 settembre, alla domanda se la Raggi stia lavorando per il bene della sua città, il 30% ha risposto di si. Favorevoli alla sindaca di Torino, il 45%. E addirittura, sempre lo stesso giorno – conclude Piepoli – il M5s a livello nazionale cresce dello 0,5%, attestandosi a quota 27,5%”.