Vertice dei capi di Stato e di governo Ue, priorità vaccini e ricerca

Vertice dei capi di Stato e di governo Ue, priorità vaccini e ricerca
Angela Merkel e Mario Draghi
25 febbraio 2021

E’ iniziata oggi alle 15 la videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Ue, a cui parteciperà per la prima volta da primo ministro, per l’Italia, Mario Draghi, che sarà dedicata innanzitutto all’emergenza sanitaria della pandemia di Covid-19, e in particolare alle questioni della necessità di accelerare la produzione e consegna dei vaccini, la ricerca e la preparazione all’emergenza delle varianti del virus, e del coordinamento delle misure (in particolare le restrizioni dei viaggi) prese dagli Stati membri per contenere la pandemia. La videoconferenza dei leader continuerà domani mattina, dalle 9, con una sessione dedicata agli sviluppi dell’Europa della Difesa, a cui parteciperà anche il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, per uno scambio di opinioni sulla cooperazione Ue-Nato. L’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Josep Borrell, presenterà poi una relazione sulla “Bussola Strategica” (“Strategic Compass”), che riguarda la gestione delle crisi, lo sviluppo delle capacità di difesa, e i partenariati dell’Ue con l’Onu, la Nato, e gli Usa. La videoconferenza terminerà con una discussione sui rapporti con i paesi del “vicinato meridionale”.

Dopo il tradizionale intervento preliminare del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, i Ventisette cominceranno a discutere il tema dell’andamento della campagna di vaccinazione. “La nostra lotta contro la pandemia di Covid-19 continua. Rimane impegnativa a causa dell’emergere di nuove varianti e della necessità di trovare il giusto equilibrio tra le restrizioni” predisposte dagli Stati membri per arginare i contagi “e il flusso regolare di beni e servizi nel mercato unico”, ha ricordato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella sua lettera d’invito ai leader. “La nostra priorità – sottolinea Michel nella lettera – continua ad essere quella di accelerare le vaccinazioni in tutta l’Ue. Questo significa accelerare il processo di autorizzazione dei vaccini, nonché la loro produzione e consegna. Richiederà, ad esempio, la ricerca di soluzioni per coinvolgere i produttori lungo tutta la filiera al fine di aumentare la produzione nell’Ue” e “garantire che le consegne dei vaccini siano prevedibili, e che le aziende farmaceutiche rispettino i loro impegni”.

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Le nuove varianti – ricorda il presidente del Consiglio europeo – sono diventate in molti Stati membri i ceppi dominanti” del virus. Questo implica la necessità di “migliorare la nostra capacità di sequenziamento e preparare le basi per gli adattamenti dei vaccini”. “Potrebbero essere ancora necessarie – osserva ancora Michel – misure restrittive sui viaggi non essenziali per contenere la diffusione del virus. Tuttavia, rimangono essenziali il flusso di beni e servizi nel mercato unico e il ruolo svolto dalle ‘corsie verdi’”, ovvero le corsie preferenziali per il trasporto dei beni all’interno del mercato unico. Inoltre, “è cruciale dimostrare la nostra solidarietà con i nostri partner, anche attraverso il Covax”, l’iniziativa globale per la donazione di vaccini ai paesi a basso-medio reddito. “Credo che sia opportuno – osserva poi il presidente del Consiglio europeo – iniziare a fare il punto sulle lezioni apprese finora dalla nostra esperienza. Discuteremo quindi come costruire la nostra resilienza alle future minacce per la salute, qualunque sia la forma che potranno assumere”. “Infine – indica ancora Michel – credo che dovremmo continuare il nostro lavoro per definire un approccio comune ai certificati di vaccinazione”.

Su questo punto, ci sono posizioni diverse fra i leader, con la Grecia e l’Austria (e in parte anche la Spagna) che puntano ad arrivare al più presto a rendere operativi i certificati vaccinali, attraverso una omologazione del formato e dei contenuti e il loro riconoscimento reciproco fra gli Stati membri, come documenti utili a facilitare i viaggi per le persone vaccinate, sulla falsariga di quello che succede per chi deve recarsi in alcuni paesi in cui sono endemiche certe malattie. Durante la discussione sulla pandemia, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen proporrà di concentrare l’attenzione su cinque temi prioritari, secondo quanto ha riferito martedì a Bruxelles il vicepresidente della Commissione responsabile per le relazioni inter-istituzionali, Maros Sefcovic, durante un briefing online per la stampa. Il primo tema, ha detto Sefcovic, sarà “la rapida individuazione e caratterizzazione delle nuove varianti del virus, con l’aumento di scala nel sequenziamento necessario”; il secondo riguarda “il sostegno al rapido adattamento dei vaccini alle nuove varianti e alla ricerca in questo settore”; il terzo la necessità di nuovi test clinici a questo fine, con la proposta di creare di una rete di “collegamento fra 100 ospedali e centri di ricerca” nell’Ue.

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Von der Leyen inoltre, solleciterà dai leader il sostegno alla proposta di “una procedura di autorizzazione accelerata (‘fast track regulatory approval’, ndr) per i nuovi vaccini contro le varianti” del virus. Questo richiederà di adottare un atto legislativo per l’autorizzazione d’emergenza a livello Ue, visto che oggi questo tipo di procedura è possibile solo a livello nazionale per gli Stati membri. Infine, la presidente della Commissione prospetterà delle misure per “rendere possibile un rapido aumento di scala nella produzione dei vaccini, in particolare di quelli adattati per essere efficaci contro le nuove varianti del virus”. Sulla questione controversa dei certificati vaccinali, che sarà sicuramente una dei temi più discussi oggi, Sefcovic ha ribadito la posizione della Commissione, secondo cui è ancora prematuro pensare di usarli come documenti di viaggio per facilitare il passaggio senza restrizioni delle persone alle frontiere. Il vicepresidente della Commissione ha ricordato, in particolare, l’avvertimento dell’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) secondo cui non c’è ancora alcuna prova del fatto che le persone vaccinate non possano essere contagiate e diventare a loro volta vettori del contagio del Covid-19. In queste condizioni, non avrebbe senso considerare la vaccinazione, attestata dal certificato, come un’alternativa alle restrizioni altrimenti applicate ai viaggiatori, come la quarantena e i test. “I certificati vaccinali non devono diventare una precondizione per la libera circolazione delle persone”, ha avvertito Sefcovic. askanews

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