Un grande e drammatico dipinto di Caravaggio, attorno al quale ruotano le figure, cruciali per il Novecento, di Alberto Burri e Pier Paolo Pasolini, e intorno a questa triade si muove il lavoro di altri artisti, chiamati a ripensare e a rivivere la storia e le storie, spesso universali, che dal Seicento a oggi non smettono di ossessionare gli uomini. Il Mart di Rovereto presenta la mostra “Caravaggio. Il Contemporaneo”, che porta in Trentino il Seppellimento di Santa Lucia, proveniente da Siracusa, opera poderosa e forse incommensurabile, nella quale il presidente del museo, Vittorio Sgarbi, vede i semi della profonda contemporaneità di tutta la grande arte, e di Caravaggio in primis.
“E’ un quadro importante per me – ha spiegato Sgarbi ad askanews – perché in esso vedo la potenza di Caravaggio, il senso del male, della morte, il senso della malattia, che è un tema anche del nostro tempo. E’ un dipinto in cui ci sono già tutte le istanze di quell’arte del Novecento, un’arte dopo la guerra nella quale c’è catastrofe, distruzione, fine dell’uomo, apocalissi, che è rappresentata da Burri, con i suoi sacchi, con i suoi cretti”. Burri, dunque, con i suoi quadri che in fondo descrivono un vuoto e un silenzio, lo stesso luogo, fisico e spirituale, che Sgarbi identifica con la parte alta del dipinto di Caravaggio, in qualche modo assunta a premonizione dell’arte che sarebbe venuta secoli dopo. Nella parte bassa invece il martirio fisico di Santa Lucia ne evoca un altro, quello di Pasolini, vittima di quella stessa vita violenta che aveva raccontato.
“Il tempo ha anche logorato il dipinto – ha aggiunto Sgarbi – che è diventato veramente informale, nel senso che la pittura si è consunta e allora prendendo quella parte in cui lei diventa come una cosa, pura materia, e le fotografie di Pasolini dopo che è stato ucciso, vediamo che c’è una consonanza della parte inferiore del quadro con il dramma di questo scrittore martoriato in quel modo”. A questo punto del ragionamento, nel quale rientra anche la presenza di una riproduzione assolutamente fedele del Seppellimento di Santa Lucia che crea la sensazione di un doppio, il dipinto di Caravaggio diventa qualcosa di altro, di radicalmente diverso da quello che avevamo sempre pensato.
“Questo dipinto, proprio lui – ha concluso Sgarbi – diventa un dipinto concettuale, diventa non un dipinto di Caravaggio famoso, ma un dipinto che famoso è, ma serve a dimostrare un teorema cui tutt’intorno abbiamo l’esplicazione”. Un’esplicazione che è complessa e strutturata, e che coinvolge artisti come il figurativo anni Trenta Cagnaccio di San Pietro, i cui Naufraghi sono un rito pienamente caravaggesco, oppure porta Nicola Verlato a riscrivere proprio il Seppellimento attraverso i volti dell’immaginario cinematografico, con il corpo di Pasolini posto davvero al centro del dipinto, in una sorta di metafora cristologica di grande intensità. In quel momento, attraverso il linguaggio apparentemente conoscibile del Pop, si ha la sensazione che il tempo non esista e che il Seicento di Michelangelo Merisi e il nostro presente siano collegati in maniera inestricabile.