Carceri meno sovraffollate ma e’ allarme infezioni. HIV e’ ancora ampiamente diffusa

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Diminuisce il sovraffollamento nelle carceri italiane ma e’ emergenza infezioni. Un detenuto su tre e’ effetto da epatite C, mentre oltre la meta’ delle persone detenute risulta venuta a contatto con il virus dell’epatite B, anche se coloro che risultano portatori attivi di malattia si attestano intorno al 5-6% dei presenti. I test di screening cutanei sulla tubercolosi, che non rilevano la malattia attiva ma permettono d’identificare i portatori dell’infezione, risultano 15-20 volte superiori alla popolazione generale e, tra i detenuti stranieri, oltre la meta’ risultano positivi. Preoccupa il tasso in aumento di mortalita’ a causa di tutte queste malattie, ma e’ in diminuzione quello dei suicidi. Un detenuto su tre e’ straniero. E’ la situazione nelle Carceri italiane cosi come la fotografano i dati forniti dalla Societa’ Italiana di Medicina e Sanita’ Penitenziaria (SIMSPe-onlus), la Societa’ Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e Network Persone Sieropositive Italia (NPS).

L’infezione da HIV e’ ancora oggi ampiamente diffusa tra le persone detenute tossicodipendenti, con prevalenze in questi maggiori del 20% e del 5-7% sulla popolazione generale residente. Le malattie a trasmissione sessuale appaiono di frequente riscontro in tale ambito e, in particolare la sifilide pur interessando non piu’ del 2-3% dei presenti, mostra un tasso di inconsapevolezza elevatissimo (>85%). Grazie agli ultimi provvedimenti presi, si e’ registrato un calo repentino dei presenti, passati a circa 54.252 contro i 61.449 di giugno 2014. In diminuzione, quindi, anche il sovraffollamento: da circa il 128,8% si e’ giunti al 110,1%. Il problema e’ stato parzialmente risolto sia con l’aumento dei posti letto, che ormai raggiungono i 49.400 contro i 47.700 di giugno, sia con l’uscita di molti detenuti in attesa di giudizio.