Orlando ha spiegato che “il tasso di sovraffollamento”, che a dicembre è del 109,21% rispetto al 151,5% del giugno 2009, “è sceso sensibilmente e ci ha fatto fare passi in avanti nel sistema europeo anche rispetto a paesi come la Francia e la Gran Bretagna. Tutto questo – ha ricordato – non è avvenuto con provvedimenti di carattere eccezionale, ma è stato realizzato con il ruolo fondamentale della magistratura di sorveglianza che ha fatto delle analisi puntuali delle singole domande, con valutazioni di merito della pericolosità dei detenuti.
L’intervento ha inciso sul numero dei detenuti ma non sul controllo e sulla sicurezza, perchè l’aumento dell’utilizzo delle pene alternative che ha portato ad avere meno detenuti non è corrisposto a meno soggetti sottoposti a esecuzione di pena e a controllo”. A dicembre 2014 le misure alternative sono infatti 31.045 e quelle detentive 53.526 (84.571 totali), mentre a dicembre 2012 erano rispettivamente 22.511 e 65.701 (88.212 totali).
“Anche la messa alla prova sta dando risultati importanti sui numeri: dal prossimo anno sarà uno degli elementi che qualificherà di più il nostro sistema penale. Rimane un problema il numero di detenuti in attesa di giudizio di primo grado”, che sono 9.875: “Una risposta importante potrà avvenire con la riforma della custodia cautelare che è in dirittura d’arrivo”, ha concluso Orlando.