Il cardinale Becciu sfida il Papa? No, chiarisco. Spero che Francesco non sia manovrato

A meno di 24 ore dalla decisione del Santo Padre di togliergli i diritti connessi al cardinalato, arriva la replica del porporato

Angelo Giovani Becciu e papa Francesco

“Mi sento un pochino, come dire, stralunato, straniante…”. Il cardinale Angelo Giovanni Becciu inizia così una conferenza stampa, convocata a pochi passi dal Vaticano, per raccontare la propria versione della vicenda che ha portato il Papa, ieri sera, a togliergli i diritti legati al cardinalato e farlo dimettere da capo dicastero. “Mi sembra tutto surreale, ma cerco di essere realista”, ha detto il porporato, ex Sostituto della Segreteria di Stato, ossia numero tre della catena di comando vaticana. “Fino alle 6.02 di ieri mi sentivo amico del Papa, fedele esecutore del Papa, e poi parlando il Santo Padre mi dice che non ha più fiducia in me”, il racconto di Becciu. “Mi ha raccontato che ha ricevuto una segnalazione dei magistrati che avrei commesso un atto di peculato. Ammetto che il Santo Padre era in difficoltà, soffriva anche lui: io gli dissi, ‘mi dica, mi dica’. E lui mi ha detto che dalle carte della Guardia di finanza, su richiesta dei magistrati vaticani, risulta che io abbia commesso il crimine o reato di peculato perché quando ero Sostituto ho inviato 100mila euro alla Caritas di Ozieri, poi trasferiti sul conto della cooperativa Spes, di cui è presiente mio fratello. Avrei distratto fondi a favore di mio fratello. E poi anche la Cei ha elargito un sussidio di 300mila euro ad una cooperativa per costituirsi”.

“E’ un equivoco” continua a ripetere il porporato, affermando che l’accusa di “peculato” che gli ha fornito il Pontefice in persona, in un teso incontro di venti minuti avvenuto alle 18 di ieri, e di “favoreggiamento” dei famigliari è “un equivoco”. Il Papa è manovrato? “Spero di no, oppure gli hanno dato informazioni errate”. Il porporato, ex Sostituto della Segreteria di Stato vaticana, respinge le accuse, si dice “disposto” ad essere interrogato dalla magistratura vaticana, afferma che aver fatto giungere alla Caritas di Ozieri in Sardegna, guidata dal fratello, 100mila euro – che “sono ancora lì” – ed aver commissionato a un altro fratello i lavori di felagnameria quando era nunzio in Africa e a Cuba, non si configura come conflitto di interessi. E a chi gli domanda se aver convocato una conferenza stampa per contestare la decisione del Papa – al quale pure conferma “fedeltà” – sia una sfida a Bergoglio, risponde: “Non è una sfida al Papa, è solo per chiarire”, esporre “le cose come stanno” e perché “ognuno ha diritto a (protestare, ndr.) la propria innocenza”. In ogni caso, prosegue Becciu “mantengo la serenità, rinnovo la fiducia nel Santo Padre. Gli ho promesso fedeltà e in quanto cardinale ho detto che sono pronto a dare la vite per lui: non lo tradirò mai, gli sarò fedele, e sono pronto a dare la vita per lui”.

LA FAMIGLIA DEL CARDINALE

La famiglia del cardinale Angelo Giovanni Becciu, che ieri Papa Francesco ha sanzionato con le dimissioni da prefetto della congregazione per le Cause dei santi e togliendogli i diritti legati al cardinalato, si difende dalle accuse circolate sulla stampa e contesta, in una nota diramata dallo studio degli avvocati Pisanu Iai, di avere ottenuto “indebiti favori” in ragione della parentela con l’ex Sostituto della Segreteria di Stato vaticana. Le notizie riportate da alcuni organi di comunicazione “sono destituite di fondamento e malevolmente false, in particolare per i riferimenti, fantasiosi e indimostrabili, a presunte erogazioni provenienti dall`Obolo di San Pietro e dirette a membri della Famiglia del Cardinale, ovvero a enti privati riconducibili a taluni di essi”, si legge nella nota. “Nessuna somma risulta, infatti, essere mai stata erogata dall`Obolo di San Pietro, né alcun intervento non giustificato per opere diverse da quelle caritatevoli o di solidarietà è mai pervenuto alla Diocesi di Ozieri, alla Caritas diocesana e, suo tramite, alla Cooperativa Spes, onlus fiduciaria del Vescovo per le attività di natura solidale e di reinserimento lavorativo e sociale”. “Sono pertanto false, e perciò calunniose, offensive e denigratorie, alcune affermazioni”, contenute in alcuni articoli “su presunti e indebiti favori a persone vicine al Cardinale, essendo stato dato risalto non a fatti e circostanze, ma a qualità e rapporti familiari che, nell`insieme di una lettura distorta e orientata, confondono e inducono l`errato convincimento di condotte illegittime”.

“Quanto al Signor Tonino Becciu, legale rappresentante della Cooperativa sociale Spes, alcuna somma è mai stata erogata direttamente alla onlus da egli diretta la quale, viceversa, ha ricevuto il finanziamento dei soli progetti solidali ritenuti meritevoli di realizzazione da parte del Vescovo Corrado Melis quale presidente della Caritas diocesana”. “I contributi provenienti dalla CEI risultano deliberati ed erogati in piena trasparenza come interventi di sostegno ad attività solidali finalizzate a gratificare la persona umana con il lavoro – nei diversi settori dell`agricoltura, dell`artigianato e della panificazione – garantito a ben sessanta famiglie grazie alla collaborazione operativa della onlus Spes”. “Il contributo di Euro 100.000,00, risalente al 2017 e proveniente dalla Segreteria di Stato della Città del Vaticano, non risulta essere mai stato né diretto, né percepito dalla Cooperativa Spes, ma esclusivamente dalla Caritas diocesana, che ancora ne è depositaria in specifico conto corrente, nella prospettiva del finanziamento e della realizzazione di un ampio e articolato progetto di natura solidale denominato ‘la cittadella della solidarietà'”. “Con riferimento al Prof. Mario Becciu, anch`egli indebitamente citato nelle predette pubblicazioni, il coinvolgimento in presunte elargizioni appare addirittura paradossale, non essendovi stata, neppure in maniera indiretta, alcuna erogazione di somme, a nessun titolo, a beneficio della società Angel`s, la quale ha invece percepito un finanziamento nella totale trasparenza dell`operazione da parte di un investitore estero la cui identità non è possibile rendere nota per ragioni di riservatezza contrattuale”.

“Altrettanto mendaci sono, poi, le affermazioni tendenti a ingenerare nei lettori il subdolo convincimento di presunte attività commerciali con enti religiosi favoriti dal Cardinale: al contrario, nessun istituto di culto, né altri enti riconducibili alla Santa Sede o alla Chiesa cattolica, hanno mai intrattenuto, neppure in modo indiretto, operazioni commerciali con la Angel`s o con il Prof. Mario Becciu”. “E`, peraltro, opportuno chiarire, infine, che di nessun atto di favore, tanto meno indebito o non legittimo, risultano o sono risultati essere beneficiari membri della Famiglia Becciu, tra i quali il Signor Francesco, chiamato semplicemente, nel corso del tempo, e grazie alla sua perizia ed esperienza professionali, ad eseguire alcuni interventi di falegnameria per conto di enti ecclesiali anche non riconducibili al Cardinal Becciu”. “Ci si augura, infine, che la puntuale diffusione delle precisazioni sopra esposte, ampiamente documentata, possa ripristinare la verità di fronte a evidenti e malferaci alterazioni di fatti, circostanze e situazioni personali, la cui finalità rimane ambiguamente segnata da una rivelazione di segreti investigativi alla cui origine si colloca l`unilaterale ricostruzione accusatoria non ancora sottoposta al contraddittorio tra tutti gli interessati”. L’avvocato della famigli Becciu, infine, “riserva eventuali iniziative a tutela dei diritti dei propri assistiti”.