Economia

Tavares lascia Stellantis: la fine di un’era tra crisi e divergenze

Le dimissioni di Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, rappresentano un passaggio delicato e cruciale non solo per il gruppo automobilistico, ma anche per l’intero settore automotive europeo e globale. L’annuncio, giunto dopo una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione, ha sorpreso molti, anche se i segnali di una crescente tensione erano evidenti da mesi.

Tavares, figura chiave nella creazione di Stellantis, lascia la guida dell’azienda con effetto immediato. Il presidente John Elkann ha ringraziato il manager per il suo contributo, ma il comunicato ufficiale non ha nascosto che negli ultimi tempi erano emerse divergenze significative. Con un nuovo comitato esecutivo temporaneo già operativo e un percorso di selezione per il prossimo CEO in corso, il futuro di Stellantis si gioca su una partita complessa, in cui strategie, visioni e interessi divergenti dovranno trovare un equilibrio.


Il mandato di Tavares: successi e ombre

Carlos Tavares era stato salutato come un leader visionario quando, nel 2021, aveva guidato la fusione tra PSA e FCA per creare Stellantis, un gigante automobilistico globale. Prima di allora, il manager portoghese si era distinto per aver rilanciato aziende come Peugeot, Citroën e Opel, dimostrando una straordinaria capacità di ristrutturazione e crescita. Ma la gestione di Stellantis, con la sua complessità intrinseca, ha messo a dura prova la sua leadership.

Un inizio promettente

Sotto la sua guida, Stellantis è diventata rapidamente il quarto costruttore automobilistico al mondo, con un portafoglio di marchi prestigiosi e una strategia mirata a valorizzare la diversità delle sue offerte, dai veicoli premium di Maserati ai SUV Jeep. Inoltre, l’azienda ha fatto passi avanti nella transizione verso l’elettrico, con importanti investimenti per sviluppare veicoli a zero emissioni e nuove gigafactory in Europa e Nord America.

Le difficoltà recenti

Nonostante i successi iniziali, le ombre si sono progressivamente allungate sulla gestione di Tavares. Negli ultimi mesi, il gruppo ha registrato un calo significativo delle vendite, soprattutto in mercati chiave come gli Stati Uniti, dove il brand Jeep ha perso terreno e Fiat ha faticato a rimanere competitiva.

A questo si aggiungono le tensioni interne all’azienda: il rapporto tra Tavares e il consiglio di amministrazione si è deteriorato, con differenze di vedute su come affrontare le sfide economiche e strategiche. Sul fronte politico e sindacale, il manager ha dovuto fare i conti con crescenti critiche, soprattutto in Italia, dove Stellantis è accusata di aver delocalizzato la produzione e di non aver investito a sufficienza nella modernizzazione degli stabilimenti.


Un contesto economico difficile

La situazione di Stellantis riflette le difficoltà di un intero settore. L’industria automobilistica è alle prese con una rivoluzione epocale: la transizione energetica verso l’elettrico, l’impatto della pandemia e della crisi delle catene di approvvigionamento, e la concorrenza sempre più agguerrita di nuovi attori come Tesla e le case cinesi.

Per Stellantis, queste sfide si sono tradotte in problemi concreti: ritardi nella produzione, flessioni delle vendite e un ricorso crescente agli ammortizzatori sociali in Italia e altrove. L’azienda ha mantenuto la sua guidance per il 2024, ma il clima di incertezza è palpabile.

Henri de Castries, membro indipendente del consiglio di amministrazione, ha sintetizzato la situazione: “Il successo di Stellantis si è basato su un allineamento tra azionisti, consiglio e CEO. Tuttavia, questo equilibrio si è incrinato nelle ultime settimane, portandoci alla decisione odierna”.


Reazioni e richieste dal mondo politico

In Italia, le dimissioni di Tavares hanno scatenato una valanga di reazioni. La classe politica, divisa su molte questioni, sembra unanime nell’esprimere preoccupazione per il futuro del settore automobilistico nazionale.

La maggioranza

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha definito le dimissioni di Tavares un’occasione per un nuovo inizio, sottolineando però la necessità di gestire la transizione con responsabilità, tutelando i lavoratori e le competenze italiane.

L’opposizione

Esponenti del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Azione hanno puntato il dito contro le politiche aziendali degli ultimi anni, accusando Stellantis di aver abbandonato il territorio italiano. Carlo Calenda, leader di Azione, ha criticato la visione “darwiniana” di Tavares, mentre Antonio Misiani del PD ha ribadito la necessità di un piano industriale solido per affrontare la crisi.

Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e leader del Movimento 5 Stelle, ha lanciato un appello al governo, chiedendo un confronto immediato con i vertici aziendali per garantire il futuro degli stabilimenti italiani.


La voce dei sindacati

Le organizzazioni sindacali hanno accolto con cautela la notizia delle dimissioni, sottolineando però che il cambio di leadership non può essere una scusa per rimandare le decisioni cruciali.

  • Fim-Cisl: Ferdinando Uliano ha chiesto investimenti strategici in Italia, a partire dalla conferma della gigafactory di Termoli e dal lancio di nuovi modelli.
  • Fiom-Cgil: Ha denunciato il peggioramento delle condizioni produttive e occupazionali, invitando il governo a intervenire.
  • Uilm: Rocco Palombella ha dichiarato che il prossimo CEO dovrà avere a cuore la valorizzazione degli stabilimenti e dei lavoratori italiani, puntando su innovazione e rilancio del settore.

Le sfide per il nuovo management

Il successore di Tavares erediterà una situazione complessa, ma con ampi margini di miglioramento. Le priorità saranno molteplici:

  1. Rilancio commerciale: Recuperare terreno nei mercati chiave, come gli Stati Uniti, dove Stellantis ha perso quote importanti.
  2. Focus sull’Italia: Rassicurare istituzioni e sindacati sul futuro degli stabilimenti italiani, garantendo investimenti e salvaguardia occupazionale.
  3. Innovazione: Accelerare sulla mobilità elettrica e sulle nuove tecnologie, per mantenere la competitività globale.
  4. Clima aziendale: Ricostruire la fiducia tra lavoratori, azionisti e stakeholder politici.

Le dimissioni di Carlos Tavares segnano la fine di un’era, ma anche l’inizio di una nuova fase per Stellantis. Con il giusto leadership e una strategia chiara, il gruppo può trasformare questa crisi in un’opportunità per consolidare la propria posizione nel mercato globale e rispondere alle sfide del futuro. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra innovazione, sostenibilità e tutela degli interessi nazionali.

Pubblicato da
Giuseppe Novelli