Cartelli e proteste, ma riforma della scuola by Renzi è legge

di Giuseppe Novelli

La riforma della scuola targata Matteo Renzi è legge. Il provvedimento ha infatti ottenuto il via libera definitivo della Camera con 277 sì, 173 no e 4 astenuti. Non sono mancati momenti di tensione nell’aula di Montecitorio in occasione delle dichiarazioni di voto finale. La Lega, in particolare, ha esposto in Aula cartelli che recavano la scritta ‘giù le mani dai bambini’ per protestare contro la norma sull’educazione di genere. Dopo una serie di inviti al ritiro disattesi, il presidente di turno Roberto Giachetti ha deciso di sospendere per qualche minuto la seduta e ha anche espulso il capogruppo del Carroccio, Massimiliano Fedriga.

Hanno affidato la loro contrarietà a dei cartelli, collocati sui propri banchi, anche i deputati di Sel che però si sono ispirati alla Grecia sia nei colori, bianco e blu, che nello slogan: “Oxi alla buona scuola di Renzi”. Il Movimento 5 stelle, invece, ha scelto di protestare attraverso una lettura corale degli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione, quelli relativi alla scuola e alla ricerca. A favore del provvedimento hanno votato le forze di maggioranza, ma 5 deputati del Pd si sono espressi in dissenso dal gruppo votando no. Si tratta di: Alfredo D’Attorre, Vincenzo Folino, Angelo Capodicasa, Giuseppe Zappulla e Carlo Galli. Altri 24 hanno invece deciso di non votare “per dare un segnale politico al governo”.  Per il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in merito ai “soli 277 sì” afferma: “Dipende più dalle assenze che da un dissenso”. In ogni caso, la Giannini rassicura che il prossimo anno scolastico partirà “con regolarità a settembre, abbiamo superato la supplentite che ha afflitto per decenni la scuola italiana”.

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