APERTURA

Casa Bianca: “Alle ultime 10 iarde dalla pace in Ucraina”. Trump e Putin al telefono

“Siamo sulla linea delle ultime 10 iarde dalla pace”. Con questa metafora sportiva, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha acceso i riflettori sui negoziati per fermare la guerra in Ucraina, senza però svelare cosa bolle in pentola per la telefonata di martedì tra Donald Trump e Vladimir Putin. “Non voglio anticipare nulla, ma posso dire che non siamo mai stati così vicini a un accordo”, ha dichiarato durante il briefing con la stampa, alimentando speranze di una svolta. “Il presidente è determinato a farcela”, ha aggiunto, lasciando la palla ai due leader. Trump, di ritorno da un weekend in Florida, ha rotto gli indugi nella notte sull’Air Force One.  “Parlerò con Putin martedì. Abbiamo lavorato sodo, io e il mio team, per tutto il fine settimana”, ha annunciato ai giornalisti, con il tono pragmatico che lo contraddistingue.

Il Cremlino conferma

“Vogliamo vedere se questa guerra si può chiudere. Forse sì, forse no, ma le possibilità sono ottime”. E sui contenuti? “Parleremo di terre, di centrali elettriche, di come dividere alcuni beni. Molte cose sono già state discusse con Ucraina e Russia”, ha spiegato, secondo la CNN. “Martedì potremmo avere qualcosa da dire”, ha chiosato, senza sbilanciarsi oltre. Dal Cremlino arriva la conferma, ma con cautela. “La telefonata è in preparazione”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov all’agenzia Ria Novosti, gelando ogni curiosità sugli argomenti. “Non si discute a priori di un colloquio tra presidenti”, ha tagliato corto, fedele alla linea di riserbo di Mosca. Eppure, le parole di Trump su “terre” e “impianti energetici” suggeriscono che il nodo territoriale e infrastrutturale sarà centrale, dopo mesi di stallo e condizioni massimaliste imposte da Putin: cinque regioni annesse, stop alla NATO per Kiev e smantellamento del governo ucraino.

La pressione internazionale

Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti spingono. Steve Witkoff, inviato speciale di Washington, ha definito il dialogo Trump-Putin “proficuo e positivo”, previsto entro la settimana. “Mosca, Kiev e noi vogliamo che finisca”, ha detto alla Cnn domenica, mentre il Cremlino, venerdì, ha rivelato un messaggio di Putin a Trump su una tregua di 30 giorni, accolta da Zelensky ma bocciata dalla Russia. Un segnale di resistenza che non ferma la Casa Bianca. La pressione internazionale si fa sentire. Sabato, un vertice virtuale convocato da Londra ha riunito una trentina di leader di stati e organizzazioni pro-Ucraina, decisi a piegare Mosca con una “pressione collettiva”. “La palla è nel campo russo”, ha avvertito il premier britannico Keir Starmer, accusando Putin di “ritardare” ogni progresso.

I negoziatori ucraini

Con il presidente francese Emmanuel Macron, Starmer lavora a una “coalizione di volenterosi” pronta a schierare truppe in Ucraina dopo un eventuale cessate il fuoco, per scoraggiare nuove offensive russe. Un piano che Mosca bolla come inaccettabile, mentre il turco Recep Tayyip Erdogan, difensore dell’integrità ucraina, ha promesso a Trump il suo “sostegno” per un’azione “diretta e decisiva”. A Kiev, Volodymyr Zelensky non sta a guardare. Nominata una squadra di negoziatori per i colloqui di pace, il presidente ucraino ha smentito Putin sulle difficoltà di un cessate il fuoco: “Mente, è tutto controllabile. Ne abbiamo parlato con gli americani”. Ma sul terreno la situazione è critica. Domenica, Zelensky ha silurato il capo di stato maggiore Anatoly Barguylevych, rimpiazzandolo con il generale Andriy Gnatov, mentre l’esercito perde terreno nella regione russa di Kursk.

Le truppe russe avanzano

Le mappe diffuse dal quartier generale ucraino mostrano Sudja, roccaforte chiave dal agosto scorso, ormai fuori dal controllo di Kiev, con le truppe russe che avanzano rapide. Il contesto è incandescente. Da due settimane, la diplomazia globale si muove frenetica: Londra e Parigi progettano scenari post-bellici, Ankara si offre come mediatrice, Washington insiste sulla tregua. Ma Putin, finora, non cede. Zelensky lo accusa di cercare una “posizione più solida” sul campo, mentre i soldati ucraini combattono contro il tempo e un nemico che non molla. Martedì, la telefonata Trump-Putin potrebbe essere il bivio decisivo. La pace è davvero a un passo, o è solo un’illusione a dieci iarde dal traguardo?

Pubblicato da
Eleonora Fabbri