Il caos sembra regnare sovrano alla Casa Bianca. L’ultimo esempio e’ la presa di posizione del capo di gabinetto, il generale John Kelly, in teoria il braccio destro (una sorta di premier) di Donald Trump, che ha di fatto smentito che il Muro lungo il confine con il Messico, la promessa elettorale numero 1 del presidente, sara’ mai costruito lungo l’intero percorso di 3.360 km, dalla costa del Pacifico a quella dell’Atlantico. Non solo. Kelly ha aggiunto prima che il Muro “non sara’ mai pagato dai messicani”, come ha ripetutamente garantito Trump, per poi aggiungere che alcune delle promesse fatte dal presidente durante la campagna elettorale riguardo alle politiche migratorie “non erano fondate sulla conoscenza dei fatti”. Questa clamorosa presa distanza di Kelly – in teoria una possibile tattica politica e un gioco delle parti concordato – e’ stata riferita da alcuni congressisti democratici e citata dal Washington Post, che l’ha fatta diventare l’ultima ‘bomba’ politica – al momento – a Washington. Kelly, riferisce il Post, ha chiarito il suo punto di vista in un incontro con alcuni deputati democratici ispanici, il capogruppo della minoranza Steny H. Hoyer ed il deputato Judy Chu, alla testa del caucus (come vengono definiti i gruppi di interesse all’interno di un partito) Asia-Pacifico.
“Certe cose dette durante la campagna elettorale (da Trump) non si basavano sull’effettiva conoscenza dei fatti” ha spiegatio Kelly ai deputati democratici presenti alla riunione per trovare una via di uscita all’abrogazione della Daca (la legge che consente ai migranti entrati illegalmente negli Usa quando erano minori di non essere espulsi, trovare un lavoro e studiare). “Una cosa e’ fare campagna elettorale, un’altra e’ governare ed e’ veramente difficile. Un muro di cemento da una costa all’altra” non sara’ mai realizzato. Invece “una barriera fisica in molti punti” e’ cio che chiede l’amministrazione perche’ “un muro di cemento non e’ una soluzione realistica in molti punti” per ragioni geografiche. Invece, per Kelly, che sta negoziando con i democratici il salvataggio della Daca in cambio dei fondi per il Muro di Trump, “abbiamo bisogno di altri 1.120 km di barriere. Muri di cemento andranno va bene in alcuni punti” ma in altri l’uso di droni e pattuglie di confine saranno sufficienti. Kelly ha spiegato di aver “aiutato il presidente a evolvere la sua posizione” sul tema. No comment dalla Casa Bianca.