Politica

Fini condannato a 2 anni ed otto mesi. La compagna a 5 anni

“Una sentenza paradossale”, dice così Gianfranco Fini pochi minuti dopo la condanna a 2 anni ed otto mesi di reclusione per la vicenda della casa di Montecarlo. L’ex presidente della Camera parla a cronisti e telecamere con un filo di voce, in piedi tra i suoi difensori, nell’aula della IV sezione del tribunale di Roma. Si ferma e risponde tranquillo, senza sottrarsi ad alcun interrogativo e solo quando qualcuno evoca la ‘buona battaglia’ della contessa Annamaria Colleoni volta le spalle.

Anche se in fondo tutto nasce dalla compravendita di quell’appartamento a Montecarlo, lasciato in eredità ad Alleanza Nazionale, dalla nobildonna. E’ il caso del piccolo appartamento senza affaccio sul golfo del Principato di Monaco, in Boulevard Princesse Charlotte 14, l’inizio della discesa per l’ormai anziano leader della destra di casa nostra, che per primo prese le distanze dal nazifascismo (“il male assoluto” spiegò durante la sua visita allo Yad Vascem). Anche la compagna di Fini, la signora Elisabetta Tulliani, è stata riconosciuta colpevole di riciclaggio e condannata a 5 anni. Così suo fratello, Giancarlo, che è da tempo riparato a Dubai, ed ha preso 6 anni. Pure il padre, Sergio, è stato condannato. Il dispositivo ricorda anche la pena ad 8 anni per il manager Rudolf Theodoor Anna Baetsen.

La prescrizione del reato di associazione a delinquere, nei confronti di altri imputati, nei mesi scorsi ha fatto cadere il quadro complessivo della questione. Tanto che al momento delle richieste di pena fatte dai pubblici ministeri è sembrata stonata con quegli 8 anni sollecitati per Fini e poi via seguendo per gli altri. Il reato ipotizzato non ricostruisce il quadro, il gioco di interessi e piaceri che invece risulta, secondo la Procura, è tutto descritto in un affare che era destinato a passare sotto traccia. Secondo l`accusa l`acquisto di quei 50 metri quadri scarsi venne finanziato dall`imprenditore delle slot machine Francesco Corallo.

Non era beneficienza, ma strategia. Secondo gli inquirenti si cercavano provvedimenti legislativi che avvantaggiassero e la famiglia del presidente della Camera avrebbe ben potuto assicurargli un assist. Da parte sua Fini, in sede di esame, ha respinto ogni accusa. Dopo la sentenza i difensori, gli avvocati Michele Sarno e Francesco Caroleo Grimaldi, hanno annunciato il ricorso in appello e prima ammesso “ci aspettavamo un`assoluzione” e quindi sottolineato: “Siamo convinti dell’innocenza del nostro assistito – hanno continuato i legali – La vicenda relativa all’autorizzazione alla vendita della casa di Montecarlo sostanzialmente, a nostro avviso, rappresenta una sovrapposizione rispetto alla stessa vicenda che ora oggetto di un provvedimento di archiviazione”.

Il tono oggi è rimasto tranquillo, nessuno ha alzato la voce, perso l’aplomb. Il professor Donato Santoro, che ha accompagnato Fini, non ha detto nulla. Oggi certamente tutti attendevano una decisione dal risultato diverso. In una delle ultime udienze, il 18 marzo, Elisabetta Tulliani aveva detto in lacrime: “Ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo. Non ho mai detto a Fini la provenienza di quel denaro, che ero convinta fosse di mio fratello. Il comportamento spregiudicato di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita”.

In questa miscela di rapporti personali e politici, pubblici e privati, consumati e confusi, resta quindi Fini che risponde alle telecamere con un filo di voce. Arriva qualche minuto dopo le 9 in tribunale, saluta un carabiniere e poi si allontana di un passo, nel piccolo cortile tra l’edificio A della cittadella giudiziaria e quello C. Fuma sigarette beige aromatizzate alla vaniglia. Ha una giacca blue, una camicia celeste chiaro, pantaloni jeans di taglio classico, il sorriso stretto che si conosce. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni. Fini per allora sarà quasi sicuramente già a Sabaudia. Un ombrellone lo ospita da molte estati, in uno stabilimento con hotel e ristorante che contraddistingue il litorale pontino. A poca distanza da quello con Dino Zoff ed altri sportivi.

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