Case a chi okkupa, il trucco della Regione Lazio. Ma la Raggi non abbocca

Case a chi okkupa, il trucco della Regione Lazio. Ma la Raggi non abbocca
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi
4 settembre 2017

Suonava strano che la Regione Lazio avesse offerto 40 milioni di euro (in realtà 30) al Campidoglio per l’emergenza casa e che il sindaco Virginia Raggi non avesse accettato. Per un paio di giorni l’ente ospitato nel palazzone di via Cristoforo Colombo ha martellato il Comune, tentando di accreditare la tesi dell’inadeguatezza dei pentastellati. Ma era soltanto un trucco, scoperto nel giro di poche ore ma, chissà perché, poco pubblicizzato (l’ha scritto soltanto Il Tempo). I soldi della Regione, infatti, sono vincolati all’accettazione da parte del Comune di una condizione: concedere una parte degli alloggi agli occupanti abusivi di immobili pubblici e privati (a cui, evidentemente per la vicinanza con la Sinistra, la Regione strizza l’occhio). Un principio ingiusto (ci sono diecimila persone in lista d’attesa da oltre dieci anni, che non hanno mai occupato edifici) e pericoloso (incentiva l’occupazione abusiva, cioè un reato). Con due delibere (la 109 e la 119 del 2016) la Regione di Nicola Zingaretti ha modificato il regolamento per l’assegnazione delle abitazioni e ha prescritto: “Per rispondere alle emergenze abitative registrate da Roma Capitale…la Giunta regionale attua un programma straordinario di interventi per l’emergenza abitativa, riservando un complesso di alloggi ai nuclei familiari presenti in immobili di proprietà pubblica o privata impropriamente adibiti ad abitazione per stato di estrema necessità”. Come dire: hai okkupato abusivamente un edificio? Bravo, hai diritto a una casa. Il Campidoglio della Raggi, che ha sempre chiarito di volersi impegnare per riportare la legalità nella Capitale, non ha accettato questa condizione. Anche per coerenza: è in prima linea negli sgomberi degli edifici. Qualcuno può dargli torto?

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